Crisi politica: il messaggio della Reggenza
Se poi, da almeno due anni, i problemi concreti del Paese sembrano scontare le inadeguatezze, le esitazioni o addirittura le astuzie di una classe politica che pare più propensa all’autoconservazione che all’interesse generale per il quale è depositaria di un mandato, la Suprema Magistratura non può sottrarsi al dovere morale, prima che istituzionale, di richiamare ciascuno ad un senso di responsabilità che appare ormai con evidenza insufficiente, almeno nella misura in cui non riesce a garantire governabilità, stabilità e impegno fattivo. Determinando, come conseguenza naturale e per certi versi comprensibile, atteggiamenti di sfiducia, quando non di indifferenza, da parte dei cittadini, che guardano quasi con fastidio alla distanza e alla dissonanza crescenti fra le difficoltà del loro quotidiano e le contorte alchimie della politica. Alla quale, quindi, non basta più riconoscere e affermare che i problemi esistono, ma serve un sussulto di energia e di risolutezza per risolverli in fretta e in modo convincente, benché ancor meglio sarebbe stato se essa si fosse già predisposta con maggior convinzione a guardare avanti e ad anticiparli.
E’ con questo stato d’animo che la Reggenza sta conducendo l’iter istituzionale per la soluzione della crisi di Governo, che si protrae dallo scorso 19 giugno e che, ad oggi, non ha prodotto risultati decisivi. Siamo perciò convinti che ora non si possa andare al di là del tempo ragionevole ed essenziale per trovare la strada più giusta e condivisa, sia essa quella di un nuovo Governo o quella, democraticamente ineccepibile e forse percepita come opportuna dalla maggioranza dei sammarinesi, del ricorso al voto anticipato.
[...] Ci piacerebbe dunque che la classe politica non si concedesse altre distrazioni o fosse consumata ancora da miopie e da errori, magari indotti dalla speranza di un più facile consenso a breve termine. Ne pagheremmo tutti le inevitabili e dannose conseguenze, ma soprattutto le faremmo pagare, irrimediabilmente e in maniera indebita, alle generazioni che verranno dopo di noi. Ed è ciò che la Reggenza si augura di poter scongiurare, essendo certa di interpretare, in tal modo, la volontà dell’intero popolo di San Marino".