“In un solo anno di vita abbiamo presentato più progetti di legge del Governo”: Romeo Morri, consigliere dei Popolari, boccia l’Esecutivo tacciandolo di inconcludenza, e ritorna alla carica con lo strumento referendario. Dieci i quesiti proposti, con l’obiettivo comune della riforma istituzionale. Due sul Congresso di Stato: si chiede che una parte dei membri siano scelti al di fuori del Consiglio Grande e Generale, mentre dall’altra che i congressisti vengano sostituiti in Parlamento per tutta la durata del loro incarico dai primi non eletti della loro lista. Stesso dicasi per i Capitani Reggenti, dato il loro ruolo super partes. Sulle preferenze, il referendum proposto ne chiede un massimo di due appartenenti alla stessa lista ed inoltre che le liste dei candidati possano formalizzare il proprio apparentamento. Con altri due quesiti, i Popolari chiedono di abrogare l’Authority sanitaria e la delibera che isitituisce le sedi di confronto. E ancora, chiedono che la presidenza delle commissioni consiliari venga affidata all’opposizione. Infine, due referendum sul quorum, affinché la proposta referendaria sia approvata se ottiene la maggioranza dei voti validamente espressi e comunque se ha partecipato alla votazione non meno del 40% degli iscritti alle liste elettorali.
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