La DC alla ricerca di convergenze per un Governo di responsabilità
Il punto partenza per la DC è la ricerca delle maggiori convergenze sull’ipotesi di Governo istituzionale di responsabilità. “Vogliamo superare la distinzione tra maggioranza e opposizione – dice Valentini – perché finora la logica dei due schieramenti ha portato ad uno stallo”. La Democrazia Cristiana intende rispettare i percorsi già avviati e le aggregazioni che si stanno formando, ma si apre la necessità di dare un Governo al Paese, a termine, con la prospettiva di elezioni anticipate. Per farlo ha bisogno dei 19 consiglieri del PSD altrimenti resta con in mano gli stessi numeri risicati che hanno portato al fallimento del tentativo precedente.
Il partito di maggioranza relativa ha riunito la segreteria per raccogliere i cocci dopo le dimissioni dei consiglieri Berardi e Ottaviani che hanno fatto saltare il Governo. “Un passaggio inaspettato – per il capogruppo Felici – dal momento che mai voce contraria si era levata nel PSD durante questa fase”.
Sull’ipotesi Governo di responsabilità per ora risponde picche, ma la DC lavora sui contenuti del programma, ed è convinta di poter fare leva proprio su quelli con le altre forze politiche. Nessun dubbio che il primo sì arrivi dalle altre forze di opposizione. Alleanza Popolare è risoluta e lo ha ribadito nel coordinamento. La prima opzione restano le elezioni anticipate, ma si rende disponibile a percorsi alternativi, se è l’unico modo per uscire dignitosamente dall’ennesima figuraccia di fronte al Paese: no a numeri risicati ma solo a larghe intese.
Gli Europopolari esprimo apprezzamento per la scelta dei consiglieri Berardi e Ottavini, i governi con maggioranze quasi inconsistenti non sono utili al Paese, e rilanciano l’ipotesi di un Esecutivo di unità nazionale per superare l’empasse politica.
I Democratici di Centro hanno riunito il coordinamento e chiesto un incontro ai Capitani Reggenti. Si sono presentati a Palazzo Pubblico per esprimere la loro preoccupazione per l’attuale situazione politica. Una crisi – la terza dopo la tornata elettorale di giugno 2006 – che può essere risolta solo con il ricorso al voto popolare e non con governi di larga intesa o istituzionali che farebbero perdere altro tempo al Paese, danneggiando la credibilità delle istituzioni e minando il rapporto elettore-politica. Ai Capi di Stato hanno dato la disponibilità a dimettersi da consiglieri, come martedì aveva fatto Sinistra Unita.