Un esito sul quale fino al giorno prima nessuno avrebbe scommesso. Alla vigilia di un Consiglio Centrale tutt’altro che formale, preparatorio del prossimo congresso politico, la DC appariva come lacerata da profonde divergenze interne. Il provvedimento disciplinare nei confronti dell’ex leader Gabriele Gatti in primo luogo, le dimissioni di Galassi dalla direzione, quelle presentate in apertura da Salvatore Tonelli ed Ernesto Benedettini. Ma alla fine quella che ne è uscita è una DC ritrovata, unita e compatta sulle posizioni della segreteria. La relazione conclusiva di Giovanni Lonfernini, arrivata dopo quasi 30 interventi, alcuni anche critici, ha raccolto il consenso quasi unanime dei 120 componenti del parlamentino interno. Un solo voto contrario, quello di Benedettini, 5 astenuti, fra cui spiccano i nomi di Pasquale Valentini e Luigi Mazza. Nessuna votazione per il documento in aperto contrasto con la segreteria presentato a titolo personale da Marco Gatti, che alla fine ha deciso di ritirarlo. Il documento presentato invece dall’ala aggregante è stato integrato nella relazione finale del segretario, che ha recepito i punti che riguardano l’unità del partito, il dialogo interno, la moralizzazione della politica, il coinvolgimento degli organismi del partito, la preparazione del Congresso. Dichiarandosi onorato di essere il Segretario della DC anche se in un momento non certo facile, Lonfernini ha rinnovato alla base del suo partito la richiesta di aiuto, un aiuto – ha detto – che in questi tre anni non sempre è arrivato, anzi – ha aggiunto - oltre agli attacchi esterni si è dovuto fare i conti anche con quelli interni. Il Congresso che terremo agli inizi del prossimo anno – ha spiegato il segretario – dovrà essere all’insegna di 4 punti specifici: il dialogo, il confronto, il metodo e il rinnovamento.
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