Sarà il Congresso di Stato a risolvere il “giallo” sul decreto sviluppo. Dopo due giorni di lavori del Consiglio Grande e Generale il provvedimento non è stato ratificato. La legge fissa un massimo di tre mesi di tempo. Quindi il decreto sviluppo, emesso il 10 dicembre, scade alla mezzanotte di oggi. Domani l'Aula non proseguirà l'esame del testo. Sarà invece il governo ad emettere un nuovo decreto che contemplerà tutti gli articoli già presentati al Consiglio. Non si vogliono creare vuoti legislativi per un provvedimento che, secondo la maggioranza, ha già registrato l'interesse di diversi investitori. Venerdì la seduta era stata interrotta in anticipo per permettere un confronto sui molti emendamenti presentati, una decina dalla maggioranza e una trentina da parte dell'opposizione. Oggi l'esame è proceduto a rilento, in particolare su due emendamenti aggiuntivi del governo che riguardavano gli incentivi per le strutture ricettive. "I tempi ci sarebbero comunque stati" afferma il capogruppo della dc Luigi Mazza, invece si è messo di mezzo l'ostruzionismo dell'opposizione, comunque assolutamente lecito. Non era mai successo che ci volessero due giorni per un decreto ma, conclude, comunque "nessun dramma". Anche il Segretario di Stato per il Turismo, Teodoro Lonfernini, si era detto "stupito di tanti interventi" aggiungendo che "i riti della politica nascondono altro". Intanto Rete, in una nota, sottolinea che "la maggioranza tiene talmente tanto allo sviluppo del sistema economico che presenta il decreto il giorno esatto in cui scadono i termini di legge".
Sonia Tura
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