Alla Camera è iniziato il dibattito sul decreto dignità, oltre 400 gli emendamenti presentati. Mercoledì in commissione vigilanza si votano i vertici Rai, ma sul presidente non ci sono i numeri.
E' un decreto dignità 2.0, così lo definisce il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio intervenendo alla presentazione del primo provvedimento di una certa complessità licenziato dal governo gialloverde. “E' stato definito un decreto omnibus – ha detto all'Aula – ma era urgente porre un freno al precariato dilagante nel mondo del lavoro che toglieva serenità agli italiani. Da oggi i diritti dei lavoratori non si toccano più, e vogliamo eliminare la burocrazia inutile e cervellotica per gli imprenditori”, ha aggiunto.
Sono oltre 400 gli emendamenti presentati, nessuno dal M5S, col voto previsto il 2 agosto prima di passare al vaglio del Senato. La maggioranza dovrà affrontare un importante banco di prova mercoledì, quando la commissione vigilanza dovrà votare i nomi dei nuovi vertici Rai decisi dal governo. Ma serve una maggioranza qualificata che, al momento, non c'è sul nome di Foa presidente. Pd e Forza Italia si dicono contrari, i forzisti sono rimasti delusi dal metodo, e per Usigrai e Fnsi, che hanno scritto al Cda della Rai, “l'indicazione del presidente da parte del governo si configura come una palese violazione di legge”.
Francesca Biliotti
Nel video l'intervento in Aula del ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio
E' un decreto dignità 2.0, così lo definisce il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio intervenendo alla presentazione del primo provvedimento di una certa complessità licenziato dal governo gialloverde. “E' stato definito un decreto omnibus – ha detto all'Aula – ma era urgente porre un freno al precariato dilagante nel mondo del lavoro che toglieva serenità agli italiani. Da oggi i diritti dei lavoratori non si toccano più, e vogliamo eliminare la burocrazia inutile e cervellotica per gli imprenditori”, ha aggiunto.
Sono oltre 400 gli emendamenti presentati, nessuno dal M5S, col voto previsto il 2 agosto prima di passare al vaglio del Senato. La maggioranza dovrà affrontare un importante banco di prova mercoledì, quando la commissione vigilanza dovrà votare i nomi dei nuovi vertici Rai decisi dal governo. Ma serve una maggioranza qualificata che, al momento, non c'è sul nome di Foa presidente. Pd e Forza Italia si dicono contrari, i forzisti sono rimasti delusi dal metodo, e per Usigrai e Fnsi, che hanno scritto al Cda della Rai, “l'indicazione del presidente da parte del governo si configura come una palese violazione di legge”.
Francesca Biliotti
Nel video l'intervento in Aula del ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio
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