Dopo l'accordo 'bipartisan' che ha prodotto ieri l'emendamento condiviso che istituisce un organismo di sorveglianza che relazionerà ogni sei mesi alla Commissione finanze sull'andamento della cartolarizzazione, l'aula è tornata a confrontarsi sugli altri, numerosi, emendamenti al decreto.
Respinto, in avvio di seduta pomeridiana, 29 a 17 quello del Gruppo Misto che mirava ad introdurre la rendicontazione obbligatoria e trasparente delle spese sostenute per la cartolarizzazione ma anche per tutte le partecipate e gli enti pubblici.
Dopo un lungo dibattito sugli emendamenti all'articolo 3 del decreto - di Rete, Gruppo Misto e Repubblica Futura – che combinati tra loro, puntano ad elevare il pegno di garanzia a carico delle banche, escludendo che possa essere destinato anche ai costi di gestione, la seduta pomeridiana è stata sospesa alle 19 nel tentativo di trovare una mediazione con maggioranza e Governo entro la ripresa dei lavori per la seduta serale.
In un comunicato, intanto, Rete stigmatizza la lievitazione, in pochi giorni, dei costi di gestione della cartolarizzazione da 5 a 35 milioni e definisce inquietante il conflitto di interesse latente che a suo parere coinvolge l'avvocato Matteo Mularoni per il suo ruolo nella genesi della legge e i suoi rapporti con vari soggetti coinvolti.