Decreto Ristori: le somme in denaro a fondo perduto hanno il vincolo di destinazione
Domanda da presentare entro il 30 aprile ma non si devono avere debiti iscritti a ruolo con lo Stato o aver concordato un piano di rientro. Ratifica attesa in seduta serale
18 milioni, compresi i tre di accantonamento a copertura delle garanzie per i finanziamenti. A tanto ammonta lo stanziamento per i cosiddetti ristori con il decreto già in vigore dal 4 marzo che ora è arrivato in Consiglio per la ratifica ed alcune modifiche. Sostegni per le imprese che hanno avuto un di calo di fatturato almeno del 30% nel 2020 che aumentano con l'aumentare delle perdite. Si tratta, in parte di eliminazione o riduzione di tasse e costi delle utenze; in parte – solo per alberghi o imprese turistiche con ingentissime perdite – somme di denaro a fondo perduto; in parte garanzie su finanziamenti e mutui che vengono estese anche alle famiglie. Per le opposizioni, in estrema sintesi, è un provvedimento necessario, ma tardivo, insufficiente e strutturato male.
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Numerosi gli emendamenti presentati da tutte le forze politiche e dal Governo. Quelli ai primi articoli del provvedimento, verranno esaminati in seduta serale, alla conclusione del dibattito generale. Uno di questi, presentato dal Governo, vincola i ristori in denaro, precisando che l'utilizzo deve essere destinato precisamente, per esempio, nell'acquisto di materie prime, beni strumentali, spese per il personale o anche innovazione tecnologica ed efficientamento energetico. Per l'accesso ai ristori l'operatore economico non deve avere debiti scaduti iscritti a ruolo con lo Stato o se li ha deve concordare un piano di rientro. I termini per presentare la domanda di ristoro vengono estesi a fine aprile.
Prima del decreto ristori il Consiglio oggi ha ratificato i decreti 46 e 52 sulle misure di contenimento della pandemia. Respinti tutti gli emendamenti di merito, dell'opposizione. Con quelli del Governo sono state invece introdotte alcune modifiche: riammessa la mascherina in tessuto, stabilita la distanza minima di due metri, per stare in fila fuori dal supermercato. Sempre vietati gli assembramenti superiori a 4 persone ma i conviventi potranno fare attività motoria o sportiva all'aperto, anche con soggetti disabili. Riammessa anche l'apertura di attività commerciali, medie e grandi, nei festivi e nel week end ma con ingressi contingentati.
Le mense pubbliche restano chiuse ad eccezione di quella dell'Ospedale che invece riapre. Le misure del decreto 52 sono in vigore fino alle 5 del mattino del 1° aprile quindi è presumibile che all'approssimarsi della scadenza venga emanato un nuovo decreto per il periodo immediatamente successivo e cioè le festività pasquali.
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