Delibera da 15mila euro per stesura testo PdL su Associazionismo e Volontariato: C10 chiede spiegazioni
Come già abbiamo potuto far notare, un provvedimento è stato elaborato dalla maggioranza e uno dallo stesso Governo, espressione di quella maggioranza. A parte la stranezza di questa duplicazione di documenti, c’è da far notare che entrambi sono stati presentati successivamente agli altri due, quello elaborato dall’Unione Per la Repubblica e quello elaborato da Civico10.
Non ci interessa sottolineare nuovamente la distorsione democratica che porta un Governo in carica, bisognoso di piantare bandierine, a dover creare in fretta e furia un documento sulla stessa identica materia (e spesso, con contenuti molto simili) a documenti già presentati dalle opposizioni, piuttosto che a preparare emendamenti per modificare quelli già agli atti, su cui altri hanno speso tempo e fatica.
Ci interessa, però, sottolineare la tempistica molto significativa di una delibera, la n.57 del 24 marzo 2014, pubblicata solamente il 10 luglio, con la quale il Congresso di Stato ha avvallato la spesa di 15.000€, come onere di consulenza, ad un avvocato sammarinese per stendere il testo di legge del Governo sulle materie in questione, peraltro copiato in diversi punti dalla Legge 266/91 italiana.
Se Civico10, movimento politico con quattro Consiglieri, e UPR, partito con cinque Consiglieri, riescono a preparare testi di legge organici solo grazie al lavoro volontario, appunto, dei loro aderenti, come è possibile che un Governo che fa capo ad una coalizione in cui militano fior fiore di avvocati, non riesca ad elaborare un testo senza bisogno di pagare una consulenza di 15.000€?
Se c’erano già due PdL in ballo, quello dell’UPR presentato già a novembre 2013, e quello di C10, presentato il 29 marzo 2014, ma già pubblicizzato dai media e pubblicato online sul nostro sito fin dai primi giorni di marzo 2014, non si poteva lavorare su quelli, modificandoli? Era così necessario pagare una consulenza di 15.000€?
Se i partiti di maggioranza mettono insieme 35 Consiglieri, fra cui diversi stimati avvocati, senza considerare le centinaia di aderenti, era così impossibile trovare qualcuno che si prendesse volontariamente l’incarico di preparare un progetto di legge che, seppur importante, non scende a livelli esasperati di tecnicismo, senza pagare una consulenza di 15.000€?
Con una necessità di spending review così pressante, e considerate tutte le riflessioni precedenti, era così necessario in questo caso pagare una consulenza di 15.000€?
La risposta è evidente a tutti, come è evidente a tutti che ancora oggi la possibilità di richiedere consulenze pagate con soldi dei contribuenti è utilizzata da chi governa a scopi che non sono certamente indirizzati al bene comune.
Quello con le iniziali minuscole, specifichiamo.