Democrazia e Libertà e l'eredità del passato: “Lotta alla cricca tema centrale anche della prossima legislatura”

Democrazia e Libertà parte dalla pesante eredità del passato per spiegare come ha costruito il presente e come intende programmare il futuro, “un passato che – esordisce il capogruppo DC Francesco Mussoni – ha determinato in questi anni un grande sforzo politico”. La mente va alla legislatura di Adesso.sm: “Oggi – affermano in coro Pdcs e Alleanza Riformista – è un Paese ben diverso da come ce l'avevano lasciato”. Un esercizio di memoria rispetto a quelli che Alessandro Mancini, di AR, ricorda come “gli anni disastrosi del passato governo”, i cui danni “sono sotto gli occhi di tutti. 

“Chi si propone come alternativa sono le stesse facce che erano in Adesso.sm” – dice il Segretario alle Finanze Marco Gatti, che ricorda il peso, sulle sue spalle, di una situazione economico/finanziaria insostenibile. E fa parlare i numeri. “Al 31 dicembre del 2019 ci siamo ritrovati con 31 milioni di liquidità e con 55 milioni che scadevano a due mesi, una situazione di crisi importante per lo Stato. Oggi chiudiamo con 148 milioni al 31 dicembre del 2023. Gli Enti pubblici avevano a loro disposizione circa 44 milioni. Complessivamente avevamo intorno ai 70/78 milioni di liquidità. Oggi ne abbiamo oltre 200, quindi gli Enti pubblici hanno una loro capacità di spesa. E' importantissimo, soprattutto per AASS che ha bisogno di forniture”. Senza dimenticare i 100 milioni di fondi pensione “spariti”, i “40 milioni di perdite all'anno di Carisp”, il grave problema degli sfitti, il crollo di fiducia e di liquidità delle banche: “Dal 2015 venivamo, prima quindi che si insediasse una certa dirigenza in Banca Centrale, da una liquidità di sistema a sette giorni di un miliardo e 200 milioni. Nel 2018/2019 è crollata a 500 milioni. Oggi siamo tornati sopra il miliardo”.

“Abbiamo ricevuto uno Stato virtualmente fallito” afferma Gian Nicola Berti. E nonostante il Covid “i dati oggi dicono – e lo attesta anche il Fondo Monetario - che siamo riusciti a creare resilienza”. Ringrazia RF “per l'attenzione che mi riserva sugli organi di stampa. Sono lusingato. Da qui si dimostra che non faccio parte della cricca politico giudiziaria”.

Anche Giovanna Cecchetti di Ēlego ricorda le battaglie contro la cricca, i tentativi di arginare “il disastro”, “la debolezza di chi ha lasciato le porte aperte”.

“Viviamo una fase cruciale, un percorso di avvicinamento alla chiamata alla responsabilità dei cittadini, la stessa responsabilità adottata in questa legislatura”, commenta Teodoro Lonfernini, che pone l'accento sulla disoccupazione ai minimi storici e sull'aver impedito al Paese di soccombere sotto i colpi della crisi energetica. “C'è chi mi definisce il Segretario delle bollette – commenta - ma l'intelligenza dei cittadini è più alta delle provocazioni”. Il futuro parla di rilancio, “ci candiamo – dice Democrazia e Libertà – a questo futuro”. Torna spesso la parola “continuità” per “consolidare quanto fatto” ma anche l'esigenza di un governo politico, forte nei numeri, con le idee chiare. Da qui la scelta di non escludere nessuno.

Ma per dovere di cronaca Mancini chiarisce: la richiesta di lasciare Rf fuori non è arrivata da noi ma dall'altra coalizione. Mentre Lonfernini ricorda la crisi di Governo innescata da Rete e la scelta, in nome della responsabilità, di andare avanti. “C'è stata una differenza con i tre anni precedenti” – fa notare. “Prima c'era chi voleva fare la guerra, alle imprese, categorie, ai sindacati. Noi, invece, la guerra volevamo farla alla crisi del Paese”. Le scelte portate avanti in questa legislatura hanno ripristinato gli equilibri, ci sono ancora molte cose da fare, non abbiamo sicuramente fatto tutto bene. Però crediamo e siamo certi di questo – dice Gatti – di aver creato le condizioni per avere una prossima legislatura di rilancio. Quindi attenzione a non fare passi falsi”.

Nel servizio l'intervista al Segretario Finanze Marco Gatti

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