Messa in sicurezza dei conti pubblici, crescita economica e del lavoro e, non ultimo, il risanamento del settore bancario. Sono i macro obiettivi del Programma economico 2019, documento che fa da guida alla politica economica e finanziaria del Paese. Uno Stato, quello sammarinese, che dopo lo shock della recessione e le vicende del sistema bancario si trova in una situazione da cui deve uscire.
Il programma è stato depositato dopo l'intervento del segretario di Stato Simone Celli in Commissione finanze. Dopo più di sette anni di recessione, il PIL nel 2016 è tornato ad aumentare e, per il 2018, si prevedere una crescita del +1,3%. Al 31 maggio 2018, la liquidità a disposizione dello Stato e del settore pubblico allargato era di quasi 98 milioni di euro. Il debito pubblico per mutui, finanziamenti ed emissioni di titoli pubblici a fine 2017 era di circa 260 milioni 500 mila euro.
Nel programma economico si anticipa che il livello di indebitamento subirà un “notevole incremento” a causa dell'intervento sul settore bancario, in particolare su Cassa. Tra le soluzioni considerate, come si legge nel testo, c'è la conversione dei 475 milioni di euro di attività non performanti del bilancio 2016 in attività performanti, tramite la “creazione di un debito pubblico rappresentato da titoli emessi dallo Stato unitamente a un conferimento in denaro nel capitale della banca”. Per i prossimi 3-5 anni Carisp avrà il “ruolo di banca pubblica per il Paese”.
Ampio riferimento, poi, al piano di stabilità nazionale attraverso il quale si dovrà ridurre il deficit pubblico. Come? In primis grazie alle riforme strutturali. Con la spending review e la riforma delle pensioni, ad esempio, si conta di avere dai 20 ai 30 milioni di euro di deficit in meno per il prossimo anno. Sono solo alcune delle misure. Il dibattito politico proseguirà con la discussione nella prossima seduta della Commissione Finanze.
Mauro Torresi
Il programma è stato depositato dopo l'intervento del segretario di Stato Simone Celli in Commissione finanze. Dopo più di sette anni di recessione, il PIL nel 2016 è tornato ad aumentare e, per il 2018, si prevedere una crescita del +1,3%. Al 31 maggio 2018, la liquidità a disposizione dello Stato e del settore pubblico allargato era di quasi 98 milioni di euro. Il debito pubblico per mutui, finanziamenti ed emissioni di titoli pubblici a fine 2017 era di circa 260 milioni 500 mila euro.
Nel programma economico si anticipa che il livello di indebitamento subirà un “notevole incremento” a causa dell'intervento sul settore bancario, in particolare su Cassa. Tra le soluzioni considerate, come si legge nel testo, c'è la conversione dei 475 milioni di euro di attività non performanti del bilancio 2016 in attività performanti, tramite la “creazione di un debito pubblico rappresentato da titoli emessi dallo Stato unitamente a un conferimento in denaro nel capitale della banca”. Per i prossimi 3-5 anni Carisp avrà il “ruolo di banca pubblica per il Paese”.
Ampio riferimento, poi, al piano di stabilità nazionale attraverso il quale si dovrà ridurre il deficit pubblico. Come? In primis grazie alle riforme strutturali. Con la spending review e la riforma delle pensioni, ad esempio, si conta di avere dai 20 ai 30 milioni di euro di deficit in meno per il prossimo anno. Sono solo alcune delle misure. Il dibattito politico proseguirà con la discussione nella prossima seduta della Commissione Finanze.
Mauro Torresi
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