Dibattito su Asset: j'accuse dell'opposizione tra gli appelli di "concordia nazionale"

Dibattito su Asset: j'accuse dell'opposizione tra gli appelli di "concordia nazionale".
Era inevitabile il paragone in aula fra Cis e Asset. Il lungo dibattito riprende dopo l'incontro fra il Segretario alle Finanze e tutti i capigruppo consiliari sui provvedimenti adottati da Banca Centrale. L'approccio oggi è “sistemico e rassicurante. Via del Voltone sta lavorando in silenzio”, dice Matteo Ciacci che prende le distanze dal passato, “Civico 10 non aveva un suo membro nel direttivo. E ora che il Cis è stato commissariato – continua in fase di replica - non potete più dire che noi di Civico 10 stiamo con Grandoni e che l'abbiamo difeso. Mai fatto”. Chiede quindi un gioco di squadra per trovare soluzioni, non solo colpevoli. “Peccato – dice Matteo Zeppa - che questa millantata volontà arrivi quando i disastri sistemici sono già avvenuti”. Nel mirino torna ancora una volta Simone Celli. Per Rete è ancora lui a comandare. Critiche anche ad Eva Guidi da cui Giovanna Cecchetti si aspettava una presa di distanze netta dal suo predecessore.

L'opposizione insiste sulle responsabilità politiche, su un piano che per Iro Belluzzi era “premeditato e precostituito”. Federico Pedini Amati lancia un ultimo appello alla maggioranza: “o capite che serve uno sforzo comune o fallisce il paese”. Chiede di azzerare tutto e di ragionare su un prestito ponte con l'Italia. Anche per Francesco Mussoni la maggioranza non può andare avanti come se nulla fosse e invita l'aula ad un percorso di stabilità istituzionale. “ Non so se riusciremo ad evitare il fallimento – dice Alessandro Mancini - ma sono sicuro che con questa maggioranza il paese non può farcela”. L'opposizione con un ordine del giorno chiede l'immediata sostituzione degli attuali Segretari che componevano il CCR, la revoca delle manleve e azioni urgenti in sede civile per il risarcimento del danno nei confronti di CCR e della Vigilanza di allora. “Sembra l'atto conclusivo di un processo”– commenta un basito Giuseppe Morganti che torna a chiedere concordia nazionale per mettere in sicurezza il paese. “Se davvero si vuole aprire una stagione meno avvelenata – continua Lorenzo Lonfernini - non ci si può presentare a fine dibattito con un ordine del giorno come questo”. Roberto Giorgetti parla di spallata 5.0 e fa notare che non sono stati presi minimamente in considerazione il rinvio a giudizio dei vertici di Asset, le azioni di responsabilità portate avanti da Banca Centrale e più in generale quanto accadeva nell'istituto. “ Difendete banchieri che fanno ricorsi e che vivono in case milionarie” – attacca Marco Podeschi – che si chiede, in termini di risarcimento, quanto dovrebbe pretendere ogni cittadino per la vicenda Re Nero viste le sue gravi ricadute in termini di immagine. A chi invece adombra che il Segretario alle Finanze sia ancora Celli, risponde Eva Guidi: “sto esercitando – dice - il mio ruolo in piena autonomia e responsabilità”.

Chiede uno sforzo collettivo nelle decisioni fondamentali da prendere sul sistema bancario e finanziario anche Nicola Renzi. “Così – dice - riusciremo ad uscire dalle difficoltà”. Alla richiesta di Gian Carlo Capicchioni di “fermare le bocce” per il bene del paese, Nicola Selva risponde “ci sto. Ma le intenzioni sono altre – aggiunge – se l'opposizione ci dà dei corrotti a tutti e presenta un ordine del giorno che è già una sentenza”. “Non è un atto d'accusa ma di difesa del paese”, dice Mancini; “in questo paese non paga nessuno – attacca Zeppa - dovete decidere se stare dalla parte dello Stato”; “prendetele distanze una volta per tutte da questo progetto”, invita Alessandro Cardelli ma per la maggioranza quell'ordine del giorno dà giudizi preventivi indicando i colpevoli. “Le sentenze – dice Morganti – le lasciamo agli organi competenti”. L'odg non passa. 30 I no contro 18 si della minoranza che nel frattempo ha chiesto la convocazione urgente delle Commissioni Finanze e Sanità per parlare di Cis e dei fondi pensione in esso depositati.

MF

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