Il dibattito sul Federalismo tiene banco. Umberto Bossi non ammette dilazioni
E’ Umberto Bossi a dettare i tempi dell’agenda politica. “Tra il 17 e il 23 gennaio – ha affermato il leader della Lega, all’indomani della cena con i ministri Tremonti e Calderoli – il Federalismo deve passare”. In quel periodo l’ultimo decreto attuativo della normativa sarà al vaglio della commissione bicamerale. Solo l’ok dell’organismo consentirà l’approdo in Consiglio dei Ministri. Bossi si dice convinto che non ci saranno problemi. Scettica invece l’opposizione. Il Pd, per bocca del responsabile enti locali, Davide Zoggia, invita a tener conto delle proposte avanzate dal partito, specialmente sul federalismo municipale. “Altrimenti - conclude Zoggia - non si va da nessuna parte”. Il Senatùr è intervenuto, poi, in difesa del ministro Bondi. “La mozione di sfiducia - ha detto - non ha molto senso: Pompei crolla, ma se Bondi non ha i soldi che colpa ha?”. Riguardo all'allargamento della maggioranza, Bossi, si è detto sicuro che i numeri di Berlusconi “stanno crescendo”. E proprio il Premier è stato protagonista, in mattinata, della trasmissione “Kalispera” di Alfonso Signorini. “I comunisti esistono – ha affermato in collegamento telefonico – e quelli italiani mistificano la realtà, demonizzano l’avversario cercando di farlo fuori, come fanno con me, utilizzando i magistrati a loro vicini”. “Un magnifico sketch”, commenta in una nota la segreteria del Pd. “Manca però il classico dei classici: i comunisti mangiano i bambini”.
Gianmarco Morosini
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