L’idea è nata qualche mese fa e ora alcuni partiti dell’opposizione, tra cui Alleanza Popolare ed una parte di Zona Franca, si stanno confrontando per arrivare alla stesura di un progetto di legge di iniziativa popolare riguardante la riforma della legge elettorale. “Concordiamo su alcuni aspetti della riforma” – spiega Mario Venturini consigliere di Ap. “Temiamo infatti che l’idea del governo straordinario sia solo quella di istituire due collegi, uno in territorio l’altro fuori, e poi inserire un meccanismo di rientro del voto estero. Per noi è troppo poco – puntualizza – ed intendiamo proporre qualcosa di più dirompente circa il voto dei concittadini che risiedono fuori San Marino”. Il segretario dei Democratici Giuseppe Morganti, rammenta la discussione al recente consiglio di direzione. “Abbiamo parlato dei rapporti che una parte del partito instaura con altre forze, convenendo tutti sul fatto che bisogna prima confrontarsi all’interno del partito poi chi non è d’accordo manifesta liberamente e in perfetta autonomia il suo pensiero. La prossima settimana riuniremo il nostro gruppo istituzionale per discutere la legge elettorale e le grandi riforme – conclude – E speriamo di confrontarci con tutti perché le regole del gioco vanno decise insieme”. Per Mauro Chiaruzzi, segretario del Partito Socialista, “La legge elettorale è un problema di tutto il Paese, dunque ben vengano tutti i contributi, che saranno accettati se costruttivi. I tempi sono maturi per iniziare un dibattito nel Paese – aggiunge – e la maggioranza lo avvierà, tanto più che la riforma della legge elettorale è uno degli impegni del governo straordinario”. Gli fa eco anche il segretario democristiano Giovanni Lonfernini, che ricorda l’ordine del giorno approvato in Consiglio Grande e Generale che impegnava il Governo in questo senso: “Abbiamo una nostra posizione, approvata dal parlamentino – aggiunge – e auspichiamo vi sia il consenso anche di quelle forze politiche che oggi si contrappongono al governo straordinario, perché la legge elettorale detta la regole del gioco. Il voto estero va affrontato – conclude – e quando ve ne saranno le condizioni ci metteremo tutti attorno a un tavolo per riattivare quel confronto già avviato con l’istituzione della Commissione speciale”.
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