Le dichiarazioni dell’Ad Fiat, Marchionne, dividono la politica e il sindacato
“Senza l’Italia la Fiat farebbe meglio”. Le critiche dell’Ad di Fiat Marchionne, nei confronti dell’immobilismo dell’industria italiana, hanno scatenato una raffica di polemiche. “Marchionne ha dimostrato di essere più canadese che italiano”, ha dichiarato il Presidente della Camera Gianfranco Fini. Da Milano, nel suo primo comizio dopo la scissione dal Popolo della Libertà, il leader di Fli è tornato a parlare del Lodo Alfano. “Sono convinto - ha detto - che il Governo non possa cadere su questo provvedimento”. Tornando alle parole di Marchionne il ministro del Lavoro Sacconi ha difeso il sistema industriale italiano. “La maggioranza delle organizzazioni sindacali e le istituzioni - ha spiegato - si sono già rese concretamente disponibili ai necessari cambiamenti”. Centrodestra favorevole agli stimoli inviati dal manager della Fiat, anche se con toni diversi al suo interno, così come Confindustria, mentre l’opposizione è divisa. Se Casini dà ragione a Marchionne quando parla di perdita di competitività, il leader del Pd Bersani chiede quale modello industriale abbiamo in testa: la Cina e la Serbia o la Germania e la Francia. “Marchionne vuole andarsene”, secondo Epifani della Cigl. Più propositivo il leader della Cisl Bonanni, che auspica un maggior livello di partecipazione delle decisioni aziendali. E si spinge oltre, accusando il Governo di immobilismo.
Corrado Ravaioli
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