DiM su vicenda Grandoni-Turki-Ashraf: "I sammarinesi, loro sì, che sono stati ingannati"
La vicenda che lega Marino Grandoni, Ali Turki e Mohamed Ali Ashraf avrebbe, secondo Rete e Mdsi, del comico se non nascondesse in realtà risvolti drammatici. Presi dalla loro litigiosità, non fanno alcun cenno ai contenuti dell’ordinanza Morsiani che ricostruisce – scrivono - i rapporti intercorsi nell’ultimo anno e mezzo tra i vertici di Banca CIS e Banca Centrale, in particolare con l'ex Direttore Roberto Moretti. “Lo stesso CIS – ricordano tra le altre cose - che, per mano di Daniele Guidi, chiede aiuto per il sostegno alla liquidità e nel frattempo concede milioni di euro di prestiti a persone e società prive di adeguato merito creditizio”. Poi la figura di Ashraf: “Il mediatore della compravendita del Cis mai nominato in questi due anni, - sottolinea Dim - se non in alcuni interventi dei nostri Consiglieri, oggi si rivolge ai sammarinesi tramite il suo avvocato con una naturalezza imbarazzante”. Impossibile, per i due movimenti, ignorare le responsabilità di una classe politica che ha appoggiato la nomina di Moretti, considerata in continuità con Savorelli; che ha confezionato su misura la residenza elettiva per Turki; che ha chiuso gli occhi di fronte all’infiltrazione dell’Advantage di Confuorti e all’affossamento di Carisp. Di azioni di responsabilità, anche questa volta, - concludono - non se ne vede l’ombra. Quello che si vede invece, è il decreto legge emanato dal governo per sostenere il CIS. Per Rete ed Mdsi sono i vertici della banca che devono pagare, non i sammarinesi. Loro sì – concludono - che sono stati ingannati tutti.
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