Dimissioni Gentili: l'analisi divide la maggioranza. Il futuro divide l'opposizione.
riferimento del governo sulle dimissioni del comandante della Gendarmeria, Alessandro Gentili, e il successivo dibattito. I lavori si concludono con l'approvazione dell'ordine di maggioranza, Ps e Upr, con 39 voti a favore e 13 contrari; la bocciatura dell'Odg della minoranza composta da C10, Su, Rete e i consiglieri indipendenti Pedini Amati e Lazzari, respinto con 36 contrari 14 a favore e un astenuto.
Il testo approvato recita che “il Consiglio grande e generale (...) accerta le dimissioni del generale Alessandro Gentili e valuta la necessità di approfondire le numerose problematiche su sicurezza e ordine pubblico e al riordino dei corpi di polizia; impegna il governo a riferire in un comma specifico nella prossima sessione del Consiglio grande generale anche per addivenire nel più breve tempo possibile alla nomina del comandante della Gendarmeria”.
La seduta era stata aperta dalla lettura della lettera di dimissioni del generale Gentili da parte della Reggenza.“Esprimo profondo rammarico per un epilogo innaturale, che si somma con altri epiloghi traumatici che hanno visto l'allontanamento dalla Repubblica di ben 3 funzionari delle polizie italiane e che pongono inquietanti interrogativi”. E' uno dei passaggi della lettera con cui il Comandante della Gendarmeria chiede alla Reggenza di essere prosciolto dai vincoli di ferma. Una lettera amara, in cui Gentili prende atto “delle difficoltà costantemente incontrate dal momento del mio arrivo in Repubblica, già prima dell'assunzione dell'incarico e della evidente assoluta impossibilità a proseguire in un compito rivelatosi incomprensibilmente troppo complesso. Poi un passaggio sui rapporti di collaborazione con la Magistratura che, dallo scorso settembre, si sono – scrive - incomprensibilmente incrinati. “Non ho mai mancato di lealtà, ho sempre riservato parole di apprezzamento e ammirazione per la Repubblica, sottolinea, e anche per la funzionalità del tribunale. Ho dedicato risorse, pazienza e tempo alla gendarmeria, conclude, fortemente provata e disorientata da vicende che affondano le loro radici in tempi non recenti”. Inevitabile accogliere la richiesta di interruzione dell'incarico, commenta il Segretario agli esteri. Pasquale Valentini ricorda il “forte dileggio” che ha accompagnato il percorso del Comandante della Gendarmeria. Alcuni tentativi di risposta, per modalità e toni hanno offerto il fianco a interpretazioni che poi si sono rivolte contro di lui, commenta. Ma è soprattutto sulla necessità di rivedere la situazione interna ai corpi che si sofferma il Segretario agli esteri. Già Riccio, puntualizza aveva chiesto di prevedere un direttore con un potere reale. La proposta di Gentili riprendeva le stesse indicazioni. E' stato un errore, afferma Valentini, non risolvere questo problema prima della sua nomina di Gentili. Non avendo deciso con chiarezza quale assetto dare ai corpi, sottolinea, rischiamo la stessa parabola. Valentini invita ad approfondire i “problemi che anche con le dimissioni rimangono tutti sul tavolo e la cui soluzione è urgentissima. Non possiamo affrontare molti dei passaggi che il Paese deve ancora fare senza avere piena fiducia nelle forze dell'ordine e in chi le deve governare”. Tutta l'opposizione critica il Segretario agli esteri per avere confermato nell'incarico il Comandante della Gendarmeria – e un rilievo arriva anche dal Maria Luisa Berti di Noi Sammarinesi “alla luce di quanto emerso in Commissione giustizia occorreva più ponderazione”, dice – ma mentre Civico 10 chiede al Segretario agli esteri di considerare l'opportunità di proseguire il suo mandato, dice Mimma Zavoli, il segretario socialista Celli propone di istituire una sede di confronto per trovare delle soluzioni. Una scelta condivisa dalla maggioranza, mentre Civico 10 racconta di riunioni preventive fra Bene Comune e parte dell'opposizione “per smorzare i toni” e Denise Bronzetti dice alla sua maggioranza “basta giochini”. Dalle posizioni della maggioranza si allontana Ap. Gentili si è rivelato inadeguato al ruolo, non ha smentito le affermazioni riportate, ha chiacchierato troppo. La sua proposta di riforma, dice Mario Venturini, lo vedeva a capo di tutto. Non è stata accolta e forse per questo si è limitato a prendere lo stipendio o poco più. Non è la vittima dei giudici verso i quali, invece, si dovrebbero esprimere parole di solidarietà. Il capogruppo di Ap non si sente però di addossare le responsabilità della scelta a Segretari di Stato agli esteri e agli interni. Quando si pesca fuori territorio, dice, non sempre si è fortunati. Ma, conclude, la questione si poteva risolvere più sobriamente se solo il governo avesse investito il Consiglio della sua riconferma. Non a caso la questione del metodo è centrale nella verifica di governo e queste, afferma, sono cose che io non voglio nel mio governo. La minoranza si divide anche sulle soluzioni possibili. Mentre Rete e Civico 10 propongono di responsabilizzare i 4 marescialli in forza alla gendarmeria e incaricarli di preparare un documento da presentare alla politica, il resto dell'Aula condivide la necessità di definire la strada da percorrere per la riorganizzazione dei corpi – con un confronto che potrebbe arrivare in Consiglio già nella sessione di aprile – e arrivare a breve alla nomina di un nuovo Comandante. Magari, suggerisce Alessandro Mancini, invece di un generale in pensione pensiamo a un buon capitano che qui faccia carriera.