Tutti compatti i democratici verso il Congresso Unitario. La direzione ha approvato il documento politico congressuale quasi all’unanimità: un solo voto contrario e una astensione. Un documento che segnerà le linee politiche dell’assise che si aprirà venerdì, un testo che tocca diversi passaggi politici, dalla transizione del paese e il modo di affrontarla, alla risposta a quella che viene definita la crisi di rappresentanza. Poi le riforme ma soprattutto il tema dell’unità fra Democratici e Socialisti, il percorso da adottare verso l’obiettivo indicato, ma anche l’Europa e l’esperienza del Governo Straordinario. Un passaggio importante del documento congressuale toccherà un tema sul quale il PdD ha già annunciato di volersi impegnare con decisione: i diritti del mondo del lavoro, nel momento in cui si sta discutendo della sua riforma.
Ma se sull’approvazione del documento i vertici del PdD possono dichiarare la loro soddisfazione, sul percorso di unificazione qualche piccolo problema da risolvere ancora ce l’hanno, uno fra tutti: la scelta dei delegati che dovranno prendere parte, con diritto di voto, al congresso unitario di fine mese: dai 292 attuali, il PdD dovrà scendere a 180 e la scelta non sarà facile. L’auspicio è quello di poter procedere al taglio dei delegati senza contraccolpi interni: “Non vorremmo – spiega Morganti – escludere nessuno ma fare si che quelli veramente motivati possano prendere parte al congresso dell’unità e portare il loro contributo fattivo”. Da definire c’è anche l’allargamento del Consiglio di Direzione e la nomina del candidato a ricoprire la Presidenza o la Segreteria del nuovo soggetto politico; secondo indiscrezioni il candidato del Partito dei Democratici assumerà la presidenza del nuovo partito, il PSS esprimerà invece il Segretario Politico. Ma tutto è ancora da definire.
Ma se sull’approvazione del documento i vertici del PdD possono dichiarare la loro soddisfazione, sul percorso di unificazione qualche piccolo problema da risolvere ancora ce l’hanno, uno fra tutti: la scelta dei delegati che dovranno prendere parte, con diritto di voto, al congresso unitario di fine mese: dai 292 attuali, il PdD dovrà scendere a 180 e la scelta non sarà facile. L’auspicio è quello di poter procedere al taglio dei delegati senza contraccolpi interni: “Non vorremmo – spiega Morganti – escludere nessuno ma fare si che quelli veramente motivati possano prendere parte al congresso dell’unità e portare il loro contributo fattivo”. Da definire c’è anche l’allargamento del Consiglio di Direzione e la nomina del candidato a ricoprire la Presidenza o la Segreteria del nuovo soggetto politico; secondo indiscrezioni il candidato del Partito dei Democratici assumerà la presidenza del nuovo partito, il PSS esprimerà invece il Segretario Politico. Ma tutto è ancora da definire.
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