Domanda di residenza: "Estrema discrezionalità rimasta in capo alla politica"
La componente discrezionale nella valutazione della Commissione dovrebbe concentrarsi esclusivamente sul progetto imprenditoriale, al fine di valutare la rispondenza del Business Plan proposto con i criteri di legge. Per questo è necessario che l’esecutivo presenti alla Commissione delle pratiche sufficientemente approfondite da tutti gli altri punti di vista, così che i commissari non debbano avere dubbi perlomeno sull’onorabilità della persona e sui suoi trascorsi.
Capita spesso, invece, che questo non avvenga con la dovuta perizia, e arrivino all’esame dei Commissari pratiche dal percorso dubbio, magari presentate da Studi Notarili riconducibili a Segretari di Stato.
Può ad esempio accadere che una Società a Responsabilità Limitata presenti domanda di acquisto, al Consiglio dei XII, di una civile abitazione con terreno annesso di 1880 metri quadrati. Può accadere che l'Amministratore Unico di tale società, paghi quella grande pezzatura di terreno un milione e trecentomila euro. Accade che la Società scelga il pagamento in assegni, e lo effettui scadenzato a partire dal 27 febbraio 2013 sino all'11 aprile 2014. Capita che in un sol giorno, emetta quattro assegni del valore da 50mila euro ciascuno. Accade che poco dopo due mesi, ne versi altri 3 del medesimo importo. Accade che dopo 7 mesi, faccia ancora 4 assegni da 50mila euro e poi ancora altri, sino ad arrivare al saldo finale della cifra pattuita. In poco più di un anno, insomma. capita si movimentino somme ingenti per l'intestazione ad una Società di una civile abitazione.
Accade però che il Consiglio dei XII, con alcuni voti contrari fra cui un membro di Maggioranza, conceda l'acquisto dell’immobile solamente nel mese di marzo 2014. Ben 13 mesi dopo, quindi, il versamento del primo assegno a pagamento dell’immobile, e solo un mese prima del saldo.
Accade che dopo tutto ciò, l'Amministratore Unico di detta Società presenti domanda di residenza anagrafica per se stesso alla Commissione Affari Esteri, con motivazioni che richiamano "ad incarichi dirigenziali in società di diritto sammarinese che occupano un numero significativo di dipendenti", ai sensi dell’Art.16 comma 3 lettera b della Legge 118/2010.
Accade che il progetto imprenditoriale consti di “ben” 3 assunzioni entro i primi due anni di attività.
Accade, infine, che nei documenti forniti ai Commissari della Commissione Esteri, si evinca che l'amministratore unico avrebbe a suo carico una condanna per furto, risalente al 2008. Come se non bastasse, risulterebbero tutta una serie di deferimenti all’Autorità Giudiziaria, risalenti ad anni precedenti, con imputazioni che vanno dall’amministrazione infedele all’appropriazione indebita. Non sono chiari, dai documenti giunti ai Commissari, le evoluzioni di tali deferimenti.
A fronte di tutto questo, viene da chiedersi per quale motivo tale pratica sia arrivata all’attenzione della Commissione Esteri, oltretutto senza i dovuti approfondimenti per quanto riguarda i precedenti poco prima elencati.
La sospensione di questa determinata richiesta, che segue quelle di tante altre, per i leciti dubbi sollevati non solo dagli scriventi ma anche da diversi membri di maggioranza, contribuisce a dare una bruttissima immagine di San Marino, alimentando l’impressione di un’estrema discrezionalità rimasta in capo alla politica. Si tratta dell’ennesima buccia di banana, sopra la quale scivola ancora una volta non questa maggioranza, ma l’intero Paese.
Comunicato stampa
Zeppa Matteo
Santolini Luca
Lazzari Luca