Donne e politica: partiti e movimenti garantiscono di rispettare già le quote di genere nelle liste
Nella complicata partita delle alleanze pre-elettorali, si aggiunge un altro elemento: il rispetto delle cosiddette “quote rosa”. La legge prevede infatti che, per ogni lista, i candidati di un genere non possano superare i due terzi del totale. Partiti e movimenti puntano dunque ad avere almeno un terzo di candidate donne, visto che la presenza femminile è sempre stata minore di quella maschile. Nell'ultimo Consiglio Grande e Generale le parlamentari erano 20 su 60.
Senza il rispetto delle quote, la lista non si può presentare alle elezioni. Al momento, con i giochi ancora aperti, la stragrande maggioranza dei partiti garantisce di non avere alcun problema in tal senso. Ma la questione è complessa: se non si raggiunge la soglia, bisogna rinunciare a dei candidati. Il termine di fine aprile per la presentazione di liste e coalizioni si avvicina. Ci sono partiti e movimenti che rivendicano una forte presenza femminile al loro interno, come Rete. Quote “rosa” rispettate anche in Repubblica Futura che lavora su una quarantina di nomi. Per il partito dovrebbe ricandidarsi, tra gli altri, anche Antonella Mularoni che nel passato ha ricoperto alti incarichi istituzionali.
Nella lista di Libera ci sarà sicuramente la capogruppo in Consiglio, Eva Guidi, e si punterà molto sulle giovani attiviste. Gli alleati dei Partito Socialista hanno già affermato di avere numerose candidate. Massimo riserbo sui nomi in casa Psd che fa però sapere di essere in equilibrio nelle quote di genere. Stessa cosa per la Democrazia Cristiana che sta lavorando su una cinquantina di candidati. Presenza femminile rispettata anche per Alleanza Riformista e Domani Motus Liberi.
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