Donne e istituzioni a San Marino: oltre 50 anni di progressi e di conquiste

Donne e istituzioni a San Marino: oltre 50 anni di progressi e di conquiste.
Il primo passo: l’accesso al voto è del 1958. Sarà effettivo solo dopo 6 anni, nel settembre 1964. Ne dovranno passare altri nove, per arrivare al 1973, quando si pone un altro tassello nel raggiungimento della parità giuridica: il riconoscimento dell’elettorato passivo: alle donne la facoltà di accedere alle cariche politiche ed istituzionali. Sembra l’avvio di un percorso ineluttabile, carico di attese, eppure bisognerà attendere il 1981 per vedere una donna ricoprire la più alta carica dello Stato. Maria Lea Pedini è Capitano Reggente. Da allora, da quel 1° aprile, che sembra segnare una svolta nel percorso di emancipazione femminile, sono passati 30 anni, 60 Capi di Stato. Solo altre 11 volte una donna è salita sul trono. Dalla Pedini passeranno 3 anni per vedere salire alla suprema magistratura un altra donna: Gloriana Ranocchini, che sarà capo di stato nel aprile 1984 e nell’ottobre 1989 due anni dopo, 1991 il primo Capitano Reggente del Partito Democratico Cristiano, Edda Ceccoli. Dopo di lei bisognerà aspettare altri due anni prima di assistere all’ investitura di Patrizia Busignani. Avvenuta il primo aprile 1993. Ancora attesa, altri sei anni, dodici coppie reggenziali, fino all’aprile 1999. Rosa Zafferani diventa Capo di Stato e lo sarà nuovamente nel 2008, a distanza di nove anni. Nel frattempo si entra nel nuovo millennio, per vedere il primo aprile Maria Domenica Michelotti, ricevere il collare dell’Ordine di San Marino. Altri tre anni d’attesa. È Valeria Ciavatta, ed è il 1° ottobre 2003. Dopo di lei, di nuovo il vuoto, per due anni, prima di vedere Fausta Morganti, ricevere l’investitura nell’aprile 2005. Da lì è storia recente. Nel 2008 prima volta una donna lasciare il testimone ad un’altra donna: Rosa Zafferani ad Assunta Meloni. Da allora solo uomini. In questo trentennale dalla prima donna Capo di Stato, la rappresentanza femminile in seno al governo è di due esponenti su 10, ancora più risicata in Consiglio, 10 consiglieri su 60. Poco più del 10 per cento. Al momento non ci sono donne ai vertici delle associazioni di categoria, né dei sindacati. Le uniche che ricoprono un ruolo di primo piano sono nel Tribunale, nella Polizia Civile e nella Camera di Commercio.
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g.b.

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