La maggioranza alla ricerca di intese sulla legge finanziaria. Dopo il vertice di ieri, nel quale i toni pare siano stati piuttosto sostenuti, sembra prevalere la strada della mediazione. “Siamo sicuri – dichiara il Segretario del partito Socialista, Mauro Chiaruzzi – che il buon senso prevalga e che prima della seconda lettura si trovino le necessarie convergenze”. Il nodo è tutto incentrato sui due punti specifici, sollevati proprio dal partito socialista: interventi mirati per commercio e turismo e la nuova tassazione prevista per le finanziarie, con riferimento particolare ai mandati fiduciari. “Considerato che le richieste del Sindacato sono state accettate dal Governo – aggiunge Chiaruzzi – ci aspettiamo che trovino la dovuta attenzione anche quelle delle categorie economiche. In merito alle finanziare – spiega il leader socialista – ci pare un controsenso ricercare, come facciamo da tempo, uno sviluppo del settore e al tempo stesso prevedere nuove tassazioni che di fatto lo frenano. Per commercio e turismo – conclude Chiaruzzi – riteniamo si debba assolutamente evitare il rischio di penalizzare due comparti fondamentali della nostra economia”.
Possibilista appare il Segretario di Stato alle Finanze e Bilancio, Pier Marino Mularoni, che da un lato non transige sulla possibilità di mettere a repentaglio l’impostazione della finanziaria, dall’altro si dichiara disposto a ricercare quel dialogo necessario ad individuare soluzioni accettabili.
Un piccolo spiraglio, insomma, anche se il responsabile della finanza pubblica resta rigido sull’equilibrio dei conti dello stato. La portata, del resto, non è trascurabile, solo dalla nuova imposizione annunciata il segretario alle Finanze prevedeva infatti un introito di circa 1 milione e 500 mila euro, più che comprensibile dunque la sua resistenza. “Se intendiamo rivedere certi aspetti – dichiara – dobbiamo farli nel rispetto di quanto già concordato, senza stravolgere la struttura di una finanziaria importante”.
Nel mezzo ci stanno i democratici, impegnati in quella che può essere considerata l’opera di mediazione. “Condividiamo in pieno l’impianto della finanziaria – spiega il segretario, Giuseppe Moranti – che mira a sviluppare l’economia reale”. Sul punto in questione, l’eventuale contrazione della previsione impositiva per le società finanziarie il PdD non muove obiezioni, a patto però che si individuino le necessarie coperture magari attraverso un taglio deciso agli sprechi. “concordiamo – aggiunge Moranti – sulla opportunità di dare un segnale al mercato finanziario oltre a quelli tradizioni del commercio e del turismo. Il mancato introito – dichiara – potrebbe essere compensato da un taglio agli sprechi nella pubblica amministrazione, il che – si affretta a spiegare – non significa assolutamente ridurre gli stipendi”.
Possibilista il segretario di Stato Mularoni. “Sul fronte delle riduzioni di spesa già molto si è fatto e certo bisogna fare di più, senza per questo – aggiunge – minare gli equilibri generali. Perché – ironizza - quando si parla di nuove spese siamo tutti pronti, quando invece si tratta di eliminare gli sprechi siamo tutti pronti ad eliminare quelli degli altri”.
Possibilista appare il Segretario di Stato alle Finanze e Bilancio, Pier Marino Mularoni, che da un lato non transige sulla possibilità di mettere a repentaglio l’impostazione della finanziaria, dall’altro si dichiara disposto a ricercare quel dialogo necessario ad individuare soluzioni accettabili.
Un piccolo spiraglio, insomma, anche se il responsabile della finanza pubblica resta rigido sull’equilibrio dei conti dello stato. La portata, del resto, non è trascurabile, solo dalla nuova imposizione annunciata il segretario alle Finanze prevedeva infatti un introito di circa 1 milione e 500 mila euro, più che comprensibile dunque la sua resistenza. “Se intendiamo rivedere certi aspetti – dichiara – dobbiamo farli nel rispetto di quanto già concordato, senza stravolgere la struttura di una finanziaria importante”.
Nel mezzo ci stanno i democratici, impegnati in quella che può essere considerata l’opera di mediazione. “Condividiamo in pieno l’impianto della finanziaria – spiega il segretario, Giuseppe Moranti – che mira a sviluppare l’economia reale”. Sul punto in questione, l’eventuale contrazione della previsione impositiva per le società finanziarie il PdD non muove obiezioni, a patto però che si individuino le necessarie coperture magari attraverso un taglio deciso agli sprechi. “concordiamo – aggiunge Moranti – sulla opportunità di dare un segnale al mercato finanziario oltre a quelli tradizioni del commercio e del turismo. Il mancato introito – dichiara – potrebbe essere compensato da un taglio agli sprechi nella pubblica amministrazione, il che – si affretta a spiegare – non significa assolutamente ridurre gli stipendi”.
Possibilista il segretario di Stato Mularoni. “Sul fronte delle riduzioni di spesa già molto si è fatto e certo bisogna fare di più, senza per questo – aggiunge – minare gli equilibri generali. Perché – ironizza - quando si parla di nuove spese siamo tutti pronti, quando invece si tratta di eliminare gli sprechi siamo tutti pronti ad eliminare quelli degli altri”.
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