Dopo la vittoria risicata alla Camera, per Berlusconi l'imperativo è allargare la maggioranza
Più che ad un formale allargamento della compagine di Governo all’UdC, tramite una crisi pilotata, Berlusconi starebbe pensando in queste ore alla cooptazione di singoli deputati di altri partiti, per dare sostanza alla stentata vittoria numerica di ieri. “I voti – ha dichiarato nel corso di una trasmissione televisiva – già ieri sera erano di più, molti deputati avevano già offerto la loro collaborazione”. Poi l’affondo a Futuro e Libertà: “l’attacco è fallito, è stata sconfitta una manovra di Palazzo”. Finiani e centristi rispondono ufficializzando la nascita del terzo Polo; anche per arginare l'emorragia di deputati richiamati dalle sirene berlusconiane. “Da oggi – ha detto Adolfo Urso -queste forze si uniscono in un unico polo; agiremo insieme in Parlamento e nel Paese, valutando i provvedimenti del Governo senza pregiudizi”. Il clima politico, intanto, resta infuocato. Sandro Bondi ha scritto a Napolitano, facendo riferimento ad alcune affermazioni attribuite a Fini rispetto alla mozione di sfiducia presentata a Montecitorio, nei confronti del ministro, e avanzando dubbi sul ruolo di garanzia della terza carica dello Stato. “La sfiducia al ministro – ha replicato il portavoce di Fini – era calendarizzata da tempo; bastava chiedere al Presidente della Camera”. E a Roma, il giorno dopo la violenta protesta di piazza che ha accompagnato i lavori parlamentari, si fa la conta dei danni. 20 milioni di euro, secondo il sindaco Alemanno. La Procura ha chiesto la convalida dei fermi di 26 persone e l’emissione di misure cautelari.
Gianmarco Morosini
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