Dura sconfitta, per i socialisti di Zapatero, alle amministrative spagnole
Per i socialisti è il peggior risultato, alle amministrative, dalla fine del franchismo. Il partito del premier Zapatero – che ha annunciato che non si ripresenterà alle politiche del 2012 - paga a carissimo prezzo l’aumento vertiginoso della disoccupazione e la gestione della crisi, da molti spagnoli giudicata fallimentare. Quasi 10 punti e 2,2 milioni di voti in meno, rispetto al Partido Popular di Mariano Rajoy, che raggiunge il 37,5% dei consensi. E poi lo choc della perdita di Barcellona, che i socialisti controllavano dal ’79. Di fatto, le elezioni lasciano una mappa politica in cui il Pp domina nei comuni e anche nelle principali comunità autonome. Espugnati perfino due bastioni storici del Psoe come l’Estremadura e la Castilla la Mancha. Zapatero ha riconosciuto la netta sconfitta, ma ha escluso l'anticipo delle elezioni generali per poter portare a termine – ha detto – “le riforme imprescindibili per il recupero economico”. A sorpresa è diminuita l’astensione, nonostante le proteste contro i 2 partiti maggiori da parte degli “indignados”, che per il momento scelgono di non smobilitare e fanno sapere di voler continuare ad occupare le piazze del Paese per almeno un’altra settimana.
Gianmarco Morosini
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