Cala la partecipazione dei cittadini del 4,19%, ma riguarda soprattutto i sammarinesi all'estero. I voti interni, infatti, raggiungono l'85%. Un dato in controtendenza rispetto al resto del mondo. In Italia l'astensionismo è in costante aumento dagli anni '70. Le “maggioranze bulgare” appartengono al passato anche nella stessa Bulgaria. Da rilevare, poi, un dato positivo: diminuiscono del 2% le schede bianche o nulle. Guardando, invece, ai risultati, è innegabile il successo di Rete, vera vincitrice di questa tornata elettorale. Triplica i consensi rispetto al 2012. Fa bene anche la sua compagna di coalizione San Marino Insieme, forza che conferma i due indipendenti e guadagna un seggio in più. Le altre liste, a parte il Pdcs che tiene, perdono più o meno tutte.
Clamoroso Noi Sammarinesi, che nonostante l'operazione con sammarinesi senza Confini non supera lo sbarramento. Perde consensi interni e non compensa con gli esteri: rimarrà fuori dal Consiglio, in cui era presente dalla sua nascita, alle elezioni del 2006.
Dimezza i voti il Psd, che paga le fuoriuscite: quattro seggi contro i nove del 2012. E' confronto con l'avversario SSD, che partiva con una base di undici (sei Consiglieri di Su, uno del Ps e quattro del Psd). Ne fa otto e dalle prime proiezioni sulle preferenze solo uno proviene da Su.
Il Partito Socialista ne perde tre: 5 contro 8 della volta scorsa. Anche qui pesano le tante fuoriuscite.
Pochi, alla vigilia del voto, erano pronti a scommettere su Repubblica Futura che invece ottiene 6 seggi. Partiva dai 4 di Ap e dai 5 di Upr. Ma c'è chi evidenzia che 3 seggi persi erano in conto per una neonata realtà formata da un'Unione Per la Repubblica fortemente ridimensionata.
Guadagna ma non spacca Civico 10. Partiva da 4, arriva a 6. Naturalmente c'è chi fa notare l'occasione persa di un fronte movimentista che, unito, avrebbe fatto la differenza. Quel che è certo, è che la coalizione vincente dovrà fare i conti con equilibri interni, indispensabili alla governabilità.
In San Marino Prima di Tutto comanda con forza la Dc. In Adesso.sm è capofila SSD, ma per soli due seggi rispetto agli altri. E sarà interessante capire con quante preferenze si entrerà in Consiglio. In certi casi, basterà una manciata di voti.
Monica Fabbri
Clamoroso Noi Sammarinesi, che nonostante l'operazione con sammarinesi senza Confini non supera lo sbarramento. Perde consensi interni e non compensa con gli esteri: rimarrà fuori dal Consiglio, in cui era presente dalla sua nascita, alle elezioni del 2006.
Dimezza i voti il Psd, che paga le fuoriuscite: quattro seggi contro i nove del 2012. E' confronto con l'avversario SSD, che partiva con una base di undici (sei Consiglieri di Su, uno del Ps e quattro del Psd). Ne fa otto e dalle prime proiezioni sulle preferenze solo uno proviene da Su.
Il Partito Socialista ne perde tre: 5 contro 8 della volta scorsa. Anche qui pesano le tante fuoriuscite.
Pochi, alla vigilia del voto, erano pronti a scommettere su Repubblica Futura che invece ottiene 6 seggi. Partiva dai 4 di Ap e dai 5 di Upr. Ma c'è chi evidenzia che 3 seggi persi erano in conto per una neonata realtà formata da un'Unione Per la Repubblica fortemente ridimensionata.
Guadagna ma non spacca Civico 10. Partiva da 4, arriva a 6. Naturalmente c'è chi fa notare l'occasione persa di un fronte movimentista che, unito, avrebbe fatto la differenza. Quel che è certo, è che la coalizione vincente dovrà fare i conti con equilibri interni, indispensabili alla governabilità.
In San Marino Prima di Tutto comanda con forza la Dc. In Adesso.sm è capofila SSD, ma per soli due seggi rispetto agli altri. E sarà interessante capire con quante preferenze si entrerà in Consiglio. In certi casi, basterà una manciata di voti.
Monica Fabbri
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