Mi meravigliano sempre le dietrologie politiche all'indomani delle elezioni, l'assenza di vincitori e vinti perché si portano sempre scuse assurde, il salire sul carro dei vincitori anche di persone che non c'entrano nulla.
L’analisi fornita da RETE sulle elezioni del 30 Novembre conteneva una frecciata polemica relativa alle liste che loro ritengono riconducibili a partiti tradizionali, fra cui quella dove ho personalmente concorso, la lista Voce Libera di Serravalle.
Non ho detto niente sui giudizi che sentivo nel periodo pre-elettorale per non scendere in polemica. Mi rammarica che un movimento che si ritiene "civico" debba giudicare le persone solo sul piano politico, accostando persone e partiti come al bar, non conoscendo la situazione reale o raccontando solo la parte a loro più congeniale.
Per quanto riguarda la situazione di Serravalle, posso spiegare loro, visto che sono mal informati, che questa lista non è riconducibile a nessun partito o movimento e non ci sono stati “giochini”.
Civico10, movimento del quale faccio parte, non ha dato nessuna indicazione o diktat ai propri aderenti lasciando loro la possibilità di presentarsi personalmente, singolarmente, in veste di persone, civicamente appunto, dove avessero preferito, senza voler fare liste proprie alle elezioni. A Serravalle per dare una scelta ai cittadini, altrimenti costretti a votar un'unica lista, 11 amici che si conoscevano benissimo prima del periodo elettorale, si sono incontrati una sera decidendo di proporre una lista con un capitano che si è liberamente messo a disposizione, Dalibor Riccardi, di area PSD.
Nessun gioco di partito o mistiche sette segrete, solo dei ragazzi che ci hanno provato. Abbiamo perso, ha vinto l'altra lista, complimenti a loro. Abbiamo sbagliato candidato capitano? Probabilmente. Abbiamo sbagliato la comunicazione della campagna? Forse. Non ci abbiamo messo abbastanza energia? Non credo. Abbiamo tutti dato il massimo. Alle elezioni non si sanno mai le reali motivazioni di una sconfitta ma se si hanno buone idee e brave persone ci si deve provare senza paura.
RETE può perciò evitare i soliti complottismi perché mai sono stati più lontani dalla verità. Hanno appoggiato loro stessi liste civiche con all'interno rappresentanti di movimenti o partiti. Allora? Per quale motivo essere simpatizzanti di movimenti o partiti che non siano il loro deve essere visto come atto blasfemo? Le liste civiche si definiscono tali quando dei cittadini, senza ordini o diktat di partito, si uniscono mettendo da parte i personalismi e lavorando assieme per un progetto comune.
Dopo non esser riusciti a trovare persone che firmassero le loro condizioni, cosa che li ha portati a non proporre liste sostenute dal loro movimento, ora RETE si mette come al solito in un angolo a sputar sentenze senza nemmeno essere a conoscenza della realtà dei fatti.
Dove si è vinto, loro hanno appoggiato, dove si è perso loro lo avevano previsto. Tipico del bar.
Sono fiero che a volte vengano messe da parte le aspirazioni personali a favore di una progettualità ed unità d'intenti. Spero abbiano modo di far crescere dentro di loro questo spirito. Non basta lamentarsi solo di ciò che non va. A volte occorre cercare di cambiare le cose mettendosi in gioco con gli altri. Provarci è spesso un rischio ma se ognuno di noi non oserà mai, non cambierà mai niente. Concludo con una citazione: "Coloro che non cambiano mai le proprie opinioni si amano più di quanto amano la verità" (Joseph Joubert)
Simone Guidi
L’analisi fornita da RETE sulle elezioni del 30 Novembre conteneva una frecciata polemica relativa alle liste che loro ritengono riconducibili a partiti tradizionali, fra cui quella dove ho personalmente concorso, la lista Voce Libera di Serravalle.
Non ho detto niente sui giudizi che sentivo nel periodo pre-elettorale per non scendere in polemica. Mi rammarica che un movimento che si ritiene "civico" debba giudicare le persone solo sul piano politico, accostando persone e partiti come al bar, non conoscendo la situazione reale o raccontando solo la parte a loro più congeniale.
Per quanto riguarda la situazione di Serravalle, posso spiegare loro, visto che sono mal informati, che questa lista non è riconducibile a nessun partito o movimento e non ci sono stati “giochini”.
Civico10, movimento del quale faccio parte, non ha dato nessuna indicazione o diktat ai propri aderenti lasciando loro la possibilità di presentarsi personalmente, singolarmente, in veste di persone, civicamente appunto, dove avessero preferito, senza voler fare liste proprie alle elezioni. A Serravalle per dare una scelta ai cittadini, altrimenti costretti a votar un'unica lista, 11 amici che si conoscevano benissimo prima del periodo elettorale, si sono incontrati una sera decidendo di proporre una lista con un capitano che si è liberamente messo a disposizione, Dalibor Riccardi, di area PSD.
Nessun gioco di partito o mistiche sette segrete, solo dei ragazzi che ci hanno provato. Abbiamo perso, ha vinto l'altra lista, complimenti a loro. Abbiamo sbagliato candidato capitano? Probabilmente. Abbiamo sbagliato la comunicazione della campagna? Forse. Non ci abbiamo messo abbastanza energia? Non credo. Abbiamo tutti dato il massimo. Alle elezioni non si sanno mai le reali motivazioni di una sconfitta ma se si hanno buone idee e brave persone ci si deve provare senza paura.
RETE può perciò evitare i soliti complottismi perché mai sono stati più lontani dalla verità. Hanno appoggiato loro stessi liste civiche con all'interno rappresentanti di movimenti o partiti. Allora? Per quale motivo essere simpatizzanti di movimenti o partiti che non siano il loro deve essere visto come atto blasfemo? Le liste civiche si definiscono tali quando dei cittadini, senza ordini o diktat di partito, si uniscono mettendo da parte i personalismi e lavorando assieme per un progetto comune.
Dopo non esser riusciti a trovare persone che firmassero le loro condizioni, cosa che li ha portati a non proporre liste sostenute dal loro movimento, ora RETE si mette come al solito in un angolo a sputar sentenze senza nemmeno essere a conoscenza della realtà dei fatti.
Dove si è vinto, loro hanno appoggiato, dove si è perso loro lo avevano previsto. Tipico del bar.
Sono fiero che a volte vengano messe da parte le aspirazioni personali a favore di una progettualità ed unità d'intenti. Spero abbiano modo di far crescere dentro di loro questo spirito. Non basta lamentarsi solo di ciò che non va. A volte occorre cercare di cambiare le cose mettendosi in gioco con gli altri. Provarci è spesso un rischio ma se ognuno di noi non oserà mai, non cambierà mai niente. Concludo con una citazione: "Coloro che non cambiano mai le proprie opinioni si amano più di quanto amano la verità" (Joseph Joubert)
Simone Guidi
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