L'esito dei referendum al centro del dibattito consiliare

L'esito dei referendum al centro del dibattito consiliare.
57 le richieste di parola per un confronto che non si concluderà con la mozione di sfiducia. Infatti non è ancora non è stata presentata e, oltre alla sottoscrizione di 1/5 dei consiglieri la legge fissa anche i tempi per la discussione. Quindi se mozione di sfiducia ci sarà verrà discussa nel prossimo Consiglio. “Ci rimetteremo al lavoro insieme alle forze politiche responsabili”. Così il Segretario alla sanità che invita a riscoprire una politica che si unisce dinanzi alle difficoltà del Paese e che si incontra per risolvere i disagi dei cittadini. Mussoni racconta un Paese troppo fermo e chiede una azione di governo più efficace e risolutiva. Per lui la scelta è tra la politica o l'antipolitica. Si devono ricreare le condizioni per dialogare, per lavorare assieme al rilancio del Paese oppure, sottolinea, ci sarà un altro governicchio. Dopo l'assoluta sconfitta referendaria il Segretario alla sanità chiede di fare sistema, di aiutare il governo a governare. E' il patto, dice, che le forze politiche responsabili devono fare verso la cittadinanza. Ci ho messo la faccia, conclude, e ho dato le dimissioni secondo le regole istituzionali. Sono assolutamente disponibile a tornare al mio lavoro, ripete. Ma questo non è il momento di demordere, va rilanciata l'azione politica e si devono risolvere i problemi aperti all'Iss. Magari nei prossimi mesi a bocce ferme, conclude, se il governo non si darà una svegliatina sarò il primo a dare le dimissioni ma – rassicura - sono convinto che questo Esecutivo ce la possa fare. Per il capogruppo della dc nel voto referendario ha prevalso la paura. In politica, afferma Luigi Mazza, non vince chi ha ragione ma chi ha i numeri. Il tempo dirà se la strada abrogata dai referendum era quella giusta. L'apertura al confronto della maggioranza sul futuro della sanità è un punto di novità che non si può eludere, commenta il segretario socialista. Il tavolo di confronto si può aprire già da domani purchè sia rispettata la volontà popolare ma, sottolinea, il ruolo giocato dal direttore sanitario resta inaccettabile. Il capogruppo del Psd non crede a una bocciatura politica della maggioranza. Il cambio di passo imposto da questa maggioranza è enorme, ricorda Stefano Macina. Adesso occorre vedere insieme all'opposizione se esiste la possibilità di gestire questa fase transitoria e come regolamentare il decreto del 91 sulla libera professione. Oggi, ripete, non è il momento di fare il muro contro muro. Si devono trovare soluzioni comuni nell'interesse dei cittadini che devono continuare ad avere servizi di qualità e gratuiti. I record fanno notizia soprattutto quando sono imprevedibili. Così Giovanni Lonfernini commenta il risultato referendario, sottolineando soprattutto la portata e il peso politico di un voto trasversale che ha tagliato in maniera netto partiti e cittadinanza. Mussoni ci ha messo la faccia però, aggiunge il consigliere dell'Upr, c'è una responsabilità politica che è collegiale ma anche individuale. Durissimo il commento sull'operato del direttore sanitario e sui compagni di viaggio del Segretario alla sanità. Se nei prossimi mesi non si daranno risposte a chi ha voluto dare questo segnale, sottolinea, non ci sarà bisogno di ragionare sugli esiti del referendum ma sul tempo che rimarrà a questa scalcinata legislatura. Matteo Fiorini di Alleanza Popolare invita a ridare speranza ai sammarinesi. La lettura politica dei referendum è di un forte scontento sull'operato del governo e della maggioranza. Si sono toccati interessi economici e soprattutto non si è ancora agganciata la ripresa. Cerchiamo, ripete il consigliere di ap, una condivisione più ampia anche perchè non scopriamo da oggi che la maggioranza non rappresenta tutto il Paese ma 1 cittadino su 2. Se ammettete di non avere più il consenso nel Paese dimettetevi, replica Ivan Foschi che critica il direttore sanitario, la posizione tenuta dai vertici Iss sul caso Berti, la gestione approssimativa del personale. La bocciatura politica è importante e la squadra che perde va cambiata. Il consigliere di Sinistra Unita anticipa la disponibilità al confronto ma, sottolinea, non accetteremo pastrocchi. Il capogruppo di Civico 10 ehiede le dimissioni dei vertici della Csu schierati per il no e che da più di 10 anni, afferma Andrea Zafferani, smanettano per poter gestire privatamente i soldi del secondo pilstro. Devono dimettersi il direttore sanitario e il comitato amministratore di Fondiss. Si deve dimettere Mussoni, giudicato il grande sconfitto di questa tornata referendaria. E al Segretario alla sanità chiede di reiterare le dimissioni entro la fine di questo dibattito. Il confronto su come procedere si può aprire, afferma, ma pretendiamo di vedere tutti i contratti attivati per capire come possono essere disdetti e si deve abrogare quanto prima il regolamento Fondiss. La base di partenza per discutere di libera professione, rimarca, è il futuro piano sanitario. La regola è mai sui sammarinesi e solo intramenia. Attendiamo, conclude Zafferani, un gesto di responsabilità senza il quale verrà a mancare la base minima di accettazione.
Rigetta in toto la lettura del risultato referendario fatta dalla maggioranza Elena Tonnini. Il consigliere di Rete contesta soprattutto chi lamenta la mancanza di comunicazione. Se non c'è consapevolezza, afferma, è perchè non c'è dialogo, non c'è consapevolezza, non c'è condivisione. La maggioranza e il governo non fanno sapere ai cittadini cosa intendono fare del loro Paese. Questo, sottolinea, è il vostro fallimento e di questo dovreste prendere atto.

Sonia Tura

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