Europa e Italia vicini all'uscita dal tunnel della crisi
applicando subito le decisioni anticrisi varate a Bruxelles e facendo sì che tutti gli Stati rispettino gli impegni assunti.
E, malgrado gli appelli di Monti e di Napolitano, che puntualizza di non volere elezioni anticipate, è ancora stand by sulla legge elettorale. In Senato slitta la riunione del comitato ristretto che doveva elaborare il testo base su cui confrontarsi, ma Schifani si lancia in un pressing sui partiti. Il presidente del Senato auspica un accordo nella maggioranza ABC, senza di cui ci sarebbero “ripercussioni” per il governo Monti, e ribadisce che la legge elettorale possa essere cambiata entro dicembre. Schifani sostiene che il sistema di voto, se necessario, potrebbe essere cambiato “anche a maggioranza”. Un monito, quello del presidente del Senato, che fa storcere il naso al Pd ed a Di Pietro, i quali non vedono di buon occhio la richiesta avanzata dal Pdl alla Camera di avviare subito in commissione l’esame del semipresidenzialismo approvato a Palazzo Madama con i soli voti del partito di Berlusconi e della Lega.
Bersani, che presenta la carta di intenti del Pd, promuove la collaborazione fra progressisti e moderati di centro. E ribadendo che il Pd resta leale al governo Monti, precisa che il partito è “pronto ad ogni evenienza”.
Da Roma Francesco Bongarrà