Non hanno dubbi: per i sindacati il pre-accordo sulla stabilizzazione nella Pa è un risultato importante, un traguardo rincorso da anni. Ora, finalmente, si vede la luce in fondo al tunnel. Certo, c'è ancora da lavorare, ma la strada è spianata. Le parti si sono date un termine preciso: si vuole arrivare all'accordo definitivo entro marzo. Il Segretario Pubblico Impiego della Cdls è fiducioso. Ricorda bene i trascorsi della trattativa: “quando i negoziati sono così lunghi – dice Riccardo Stefanelli - spesso si arenano. In questo caso, invece, si ribadisce che si sta andando avanti verso l'obiettivo, vale a dire il completamento della Riforma.”Il passaggio sul fabbisogno è decisivo, l'atto finale. Già la prossima settimana ci saranno due incontri sul tema. Guardando indietro viene da chiedersi come ci si sia arrivati. Più che di scontro fra governo e sindacato, Stefanelli parla di un clima politico che non permette di andare fino in fondo ai problemi. “Tutta colpa di interessi trasversali. Uno frena l'altro e la situazione si inchioda. E' stato necessario un grosso lavoro per arrivare fino a qui”. E per chi vede nell'operazione l'ennesima infornata clientelare, il Segretario Fupi Csld alza la voce: "evidentemente - dice - chi lo sostiene non è precario né ha figli precari". Alessio Muccioli non nasconde una certa delusione. "C'è chi non guarda l' accordo nel suo complesso", rileva con amarezza. "Ci sono ben sette pagine, eppure c'è chi si ferma alla riga". Torna poi sulla questione dei borsisti e ricorda di aver denunciato, anni fa, che si usava questa pratica per camuffare situazioni lavorative vere e proprie. Allora nessuno si scandalizzò. “Ora invece che finalmente si stanno per stabilizzare persone con alle spalle anni di precariato, piovono le critiche. Ci sono situazioni – ripete - che vanno sanate”. L'Usl ha una storia più recente, ha vissuto molte battaglie del passato nelle fila della Csu. Ora c'è anche lei al tavolo e sebbene riconosca che l'accordo contenga diversi aspetti positivi non nasconde le sue perplessità. Per Giorgia Giacomini si è persa un'occasione, bastava un piccolo sforzo in più per fare meglio. Ad esempio facendo prima il fabbisogno della stabilizzazione. Il direttivo non ha ancora sciolto le riserve. Lo farà martedì, dopo il secondo incontro. “Alcuni di noi rientrano nelle stabilizzazioni – confida - ma ci si è spogliati dei personalismi. Qui si ragiona sul bene della Pa”. Entro marzo si arriverà all'accordo definitivo? "Sono fiduciosa che si possa concludere – risponde - ma non che si possa arrivare a modifiche rispetto a quanto chiedevamo”.
MF
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