Festa DC, Valentini: "Vogliamo un governo che faccia quello che dice"

Festa DC, Valentini: "Vogliamo un governo che faccia quello che dice".
[…] Mai come in questi tempi la politica è stata lontana dal Paese e dai suoi problemi. I fatti legati ai problemi dell’esterovestizione, del nostro sistema bancario dopo i clamorosi fatti dell’Asset con le gravi conseguenze che ne sono scaturite, fino alle recentissime dichiarazioni che ci vedono fuori dalla white list, sono stati caratterizzati da un’assenza quasi totale di iniziativa politica e istituzionale.
E non possono bastare le giustificazioni del Segretario alla Finanze sui ritardi della politica, perché dimentica che sono almeno sei anni che è il PSD ad essere responsabile della politica estera.
[…] Tuttavia non ci basta fare l’analisi o la denuncia di quello che non ha funzionato e che è fin troppo evidente.
C’è bisogno di costruire! […] perché il nostro Paese rischia di rimanere senza prospettive, e questo per l’assenza di uomini che abbiano la statura per affrontare con responsabilità questo tempo.
Cosa ha fatto il PDCS in questo anno? E soprattutto, cosa farà?
Il PDCS, forte del sostegno che tutti i livelli del partito hanno manifestato, ha tessuto con pazienza e con costanza la sua tela fatta di due elementi fondamentali:
- il contatto costante con la realtà viva del Paese […].
- la ricerca continua dell’aggregazione […].
Il punto a cui oggi ci troviamo ci dice che il lavoro è stato fruttuoso.
Il coinvolgimento con le altre forze è cresciuto, ma non è cresciuto a caso, è il frutto di una ricerca comune, e se era naturale che questo avvenisse con Noi Sammarinesi, i Popolari e AN - per la vicinanza delle basi ideali e per un percorso comune avviato già lo scorso anno, o che continuasse la collaborazione con il Nuovo Partito Socialista, sempre più critico sull’esperienza di governo condotte dal PSD - meno scontato, e perciò da sottolineare, il riconoscimento degli Europopolari, a cui va dato atto della scelta di far parte di questa aggregazione e di un ruolo significativo nel determinarsi dell’attuale quadro politico. Così come non scontata, anche se spesso auspicata, è stata la scelta degli amici Ottaviani e Berardi che dando concretezza al dissenso e al malessere che dentro al PSD si erano da tempo manifestati, hanno impedito che prendesse corpo un’ipotesi di governo come quella che il PSD aveva cercato di mettere in piedi e che avrebbe prolungato ulteriormente questa situazione di negatività.
Ma ancor più imprevista la scelta di campo di AP, che ha posto le premesse per poter parlare di coalizione.
Il dialogo fra il PDCS e AP rappresenta oggi un elemento di grande novità ed è fonte di grandi aspettative.
Insieme a queste forze abbiamo individuato nelle elezioni, la strada per porre fine a questo periodo di incertezza e di instabilità.
Ci rammarica che i Sammarinesi per la Libertà, dopo aver condiviso con noi tante battaglie per interrompere il sistema di potere instaurato dal PSD o da taluni uomini del PSD, si siano poi lasciati coinvolgere dall’ipotesi di perpetuare questo sistema. Allo stesso modo un discorso a parte lo meriterebbe SU, che dopo aver avuto spesso un ruolo rilevante nell’evidenziare le contraddizioni delle politiche messe in atto dal PSD, si è poi ridotta a fargli da puntello.
Oggi il PDCS è in grado di rivolgersi al Paese e di dire con chiarezza che l’auspicio che si potesse dare vita ad una aggregazione che avesse quella coesione di base necessaria per costruire una vera coalizione in grado di garantire governabilità al Paese, si sta avverando. […] Questa è l’ipotesi positiva che offriamo oggi ai nostri concittadini per guardare con fiducia alla necessità di dare risposta alle non più rinviabili emergenze del Paese.
“Un governo che faccia quello che dice”: questo è quello che la gente chiede e questo è quello che dobbiamo avere la responsabilità di offrire.
[…]

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