Alla soddisfazione della maggioranza fa da contraltare la delusione dei partiti di opposizione, che si attendevano di più dalla finanziaria di fine legislatura. Per Roberto Bucci, capogruppo del Psd, la legge si presenta alquanto modificata e migliorata, rispetto alla prima lettura, e in generale risponde alle esigenze legate al sociale. Il capogruppo democristiano Claudio Podeschi sottolinea con soddisfazione la riduzione del debito del 40% e l’aumento degli investimenti del 9,5%: “Chi avrà le responsabilità nella prossima legislatura – afferma – disporrà di un valido quadro legislativo entro il quale compiere scelte decisive, su piazza finanziaria, piano regolatore e accordi con le imprese. Ma soprattutto nella prevenzione del disagio sociale”. Per Tito Masi, capogruppo di Ap, è stato invece compiuto un passo indietro, “perché gli ultimi due bilanci hanno chiuso addirittura in attivo, ed oggi si presenta con soddisfazione un bilancio a pareggio. La finanziaria resta debole – aggiunge – non affronta i nodi della spesa pubblica ed ancora una volta si basa sull’incremento delle entrate piuttosto che sul contenimento della spesa, e quella corrente continua ad aggirarsi attorno al 96%”. Sulle cifre ha insistito anche Ivan Foschi, Rifondazione comunista: “I numeri della finanziaria sono da prendere con le pinze – fa notare – come rileva la stessa Commissione di controllo della finanza pubblica, che nella sua relazione parla di appalti pubblici gestiti in maniera poco trasparente, di delibere delegittimate. Senza contare la riduzione delle imposte dirette a fronte di un aumento di quelle indirette, segno di una cattiva politica fiscale e infatti – conclude – tra le grandi assenti manca proprio la riforma fiscale”. Finanziaria poco incisiva anche per Monica Bollini dei Sammarinesi per la libertà, per cui il pareggio è stato raggiunto a costo di grandi sacrifici da parte della cittadinanza. Per Paolo Bollini, Nuovi Socialisti, è chiaramente una finanziaria di stampo pre elettoralistico: “Che guarda più alle prossime elezioni – fa notare – che non ai problemi veri del Paese”. Alessandro Rossi, Sinistra Unita, afferma di essere in attesa di vedere gli effetti della legge sul Paese, dal momento che le parti sociali ed economiche l’hanno già duramente criticata. E Glauco Sansovini, Alleanza Nazionale, punta sulla mancanza di interventi specifici riguardanti la defiscalizzazione: “In questi anni – afferma – abbiamo perso tremila miliardi per detassare aziende che appena esauriti i crediti facevano fagotto”. Anche per Romeo Morri, Popolari, si tratta di una finanziaria che non dà prospettive: “L’unica strada da percorrere – rileva – è andare al più presto al voto e dare al Paese un Governo che faccia scelte importanti, tra cui una casa da gioco dello Stato”.
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