Fine della legislatura: la lunga notte delle dimissioni

Ciacci ( Civico10) " il paese ha bisogno di dialogo e scelte"; Palmieri (RF) preoccupato "per una Finanziaria in mezzo ad una campagna elettorale"; Morganti ( SSD) su Libera, "spero che il progetto non si sciupi"

Civico10 stacca la spina alle 2 di mattina, ultimo atto di una giornata convulsa, in un clima di incertezza e attesa.

Le dimissioni vengono annunciate tre ore prima, in Ufficio di Presidenza, anche da SSD. Entrambi, prima di formalizzarle, si confrontano con l'opposizione su un accordo programmatico di merito e metodo, trovando l'intesa sui contenuti che approderanno al tavolo istituzionale.

“Siamo convinti che le parole d'ordine di questi ultimi mesi, ovvero responsabilità, unanimità, dialogo e condivisione possano continuare perché il paese in questo momento ha bisogno di dialogo e di poter fare le scelte”. Si dice fiero che il movimento abbia messo al tavolo politica, forze economiche e sociali per ragionare sui progetti. “Vogliamo continuare così”.

L'attenzione dell'Ufficio di Presidenza si sposta quindi sull'ordine del giorno del Consiglio, che verrà convocato la prossima settimana. Tra le priorità l'assestamento di bilancio e l'emissione da parte di Carisp di un Bond per coprire le perdite.

Resta un nodo da sciogliere: la presa d'atto di due Giudici d’Appello. Il Dirigente del tribunale ha scritto ai Capi di Stato rimarcandone l'urgenza.

SSD chiede quindi di inserire il comma, a “protezione” della Reggenza. E' questo l'incaglio che porta SSD a non formalizzare nella notte le dimissioni.

“Serviva una semplice presa d'atto”, commenta Repubblica Futura, preoccupata per il rifiuto dell'opposizione. “ E' una questione di volontà” – dice Stefano Palmieri, che non nasconde la preoccupazione anche per una Finanziaria “ che ritenevamo giusto fare con un Consiglio in piena carica e non in mezzo ad una campagna elettorale.

Non sono presupposti positivi per affrontare un tavolo istituzionale in serenità e che possa dare risultati concreti”.

Nel pomeriggio consegna le dimissioni anche il resto della maggioranza.

Nel frattempo, però, ci si interroga sulla tenuta di Libera. “Qualche differenza di impostazione genera sempre degli scontenti e delle perplessità – commenta Giuseppe Morganti, che si augura che il progetto “sia talmente grande, aperto e bello che non si sciupi”. 

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