Il documento, approvato dall'Aula, ribadisce che una efficace riduzione della spesa potrà consentire una minore pressione fiscale e impegna il governo ad adottare le linee di intervento proposte dalla maggioranza, bloccando gli impegni per le somme che non corrispondono al pagamento di spese obbligatorie. Si al confronto con le parti sociali ed economiche, perchè il processo di riforma tributaria possa massimizzare l'equità fra contribuenti sia sotto il profilo della tassazione sia nella determinazione della base imponibile. Una richiesta ascoltata più volte, in Aula, anche nelle fila della maggioranza. Denise Bronzetti e Marino Riccardi, del psd hanno rimarcato la necessità di rivedere ampiamente la riforma fiscale. Maria Luisa Berti di Noi Sammarinesi si aspettava dal governo un approccio diverso nell' affrontare il dibattito sulla spending review. Ma la voce più critica è stata quella del capogruppo di Alleanza popolare. Mario Venturini ha rivendicato il ruolo della maggioranza nel lavoro sulla revisione della spesa. Il governo, ha detto, non sarebbe riuscito a farlo perchè ha avuto difficoltà oggettive scusabili, soggettive - meno scusabili - e di gruppo. Qualche Segretario di Stato, come Mussoni, ha fornito dati molto utili mentre un paio di membri di governo non hanno citato un solo taglio. Non mi è piaciuto, ha sottolineato il capogruppo di ap, non giustifico chi si tira fuori dai problemi. Parole subito riprese dall'opposizione. Maggioranza e governo bisticciano, sottolinea Giovanni Lonfernini dell'Upr, con Bene Comune obbligata a mettere in campo un documento privo di scadenze e di saldi. Su questi temi arrivare al bipolarismo muscolare è un grande errore politico. Ivan Foschi di Sinistra unita dubita della volontà di andare fino in fondo. La Pa è stata concepita anche come serbatoio clientelare, ci sono dirigenti inconcludenti ma inamovibili. Il capogruppo socialista si è rivisto di fronte la legge obiettivo. Preoccupa, afferma, l' incapacità dell'esecutivo a stilare un documento, spero – afferma Paride Andreoli - sia per questioni di tempo e non di intelletto. Abbiamo affrontato il passaggio con responsabilità dicendo come stanno le cose, replica il Segretario di Stato per le Finanze Clauduio Felici. Con la maggioranza, il governo ha condiviso la necessità di uscire dal dibattito con una proposta programmatica. Sulla riforma fiscale, ripete, affronteremo i problemi. Questo è un punto di partenza. E' la nostra assunzione di responsabilità. Il problema, conclude, non sono gli scricchiolii della maggioranza, ma la capacità di uscire dal vicolo cieco.
Sonia Tura
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