La formazione delle coalizioni scalda il dibattito politico
Non andiamo da nessuna parte. Siamo in coalizione con Alleanza Popolare, con il Partito dei socialisti e dei democratici e con il partito democratico cristiano, ovvero con le forze che hanno dimostrato nei fatti, e non solo nei proclami, senso di responsabilità e sostenuto il cambiamento. Il Movimento Noi Sammarinesi rettifica le dichiarazioni rilasciate alla stampa e dice: “con la Dc è da tempo aperto un confronto per arrivare alla formazione di una lista comune, nella quale vorremmo rafforzare la volontà di rinnovamento che, nell’ultima legislatura, questo partito ha dimostrato di avere intrapreso. Ma in questo percorso, sottolinea una nota, determinanti sono le qualità delle persone che andranno a comporre la lista”. Si, inoltre, al dialogo con ogni movimento che faccia propri i valori di onestà e legalità in cui crediamo come Civico 10, aggiungono. No a quelle forze politiche e movimenti che nuovi non sono affatto anzi, scrivono, appaiono piuttosto tentativi di riciclaggio. Intanto le alleanze future dividono il partito socialista che oggi ha riunito il proprio esecutivo. Un incontro tecnico, assicura Paride Andreoli, non si è parlato degli aspetti politici e di coalizioni. Una precisazione necessaria dal momento che, i contrasti interni, riguardano soprattutto le scelte da fare in vista delle elezioni. Dobbiamo presentarci con una coalizione omogenea, afferma Germano De Biagi. Se invece la scelta vedrà solo una sommatoria di numeri, dichiara, io non ci sto. Conferma la scelta di non ricandidarsi ma, dice, cerco comunque di dare una mano ai miei ragazzi. E smentisce di stare lavorando per dividere il partito socialista e dirigersi su altre sponde. “Ho spaccato una volta, afferma, adesso lavoro per unire”. Ci dobbiamo rivedere con gli Upr, ricorda Andreoli, per un confronto programmatico. L’affinità politica, in sostanza, c’è già. E a questa punta De Biagi, che non vede di buon occhio l’allargamento ad altri partiti e movimenti. Intanto Per San Marino afferma che il Paese ha bisogno soprattutto di teste pensanti. Dei volti nuovi, sottolinea, non sa cosa farsene. Il nuovo Consiglio dovrà mettere insieme persone con esperienza e altre che si affacciano per la prima volta sulla scena politica. Non possono essere i professorini, conclude, a decidere i rappresentanti nelle istituzioni.
Sonia Tura
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