Dopo il “bastone” di Seoul, da Tokyo Mario Monti lancia ai partiti la “carota”. Prima di recarsi in Cina per l’ultima tappa della sua missione in Estremo oriente, il presidente del Consiglio sottolinea che l'Italia “si sta rinnovando” grazie alla “sinergia di governo, forze politiche e cittadini, che danno prova di maturità”. Le sue parole, con la conferma che “il cambiamento in corso in Italia “fa ben sperare per quando, dopo le elezioni, ritorneranno governi a composizione politica”, vogliono rasserenare il clima nella maggioranza, a cui Monti chiede un impegno supplementare per approvare presto la riforma del lavoro che, puntualizza il premier, “è attesa all’estero”. Ma Bersani in qualche modo frena. Il leader del Pd butta acqua sulla diatriba tra tecnici e politici, confermando che in questo momento “la priorità è fare qualcosa per arginare la recessione”, creando lavoro e combattendo seriamente la “vergogna” dell’evasione fiscale. E il presidente Napolitano sottolinea che bisogna “andare avanti nel processo di riforma”, accompagnandolo con “politiche per la crescita e l'occupazione, severità fiscale, ma anche attenzione alle situazioni socialmente critiche”. E, mentre i magistrati annunciano che sentiranno Rutelli e Enzo Bianco sui soldi della Margherita usati dall’ex tesoriere Lusi, e fanno discutere i tagli ai benefit degli ex presidenti delle Camere, parte il confronto sulla Giustizia. Il ministro Severino rassicura i capigruppo di maggioranza, garantendo che le riforme non si faranno “a colpi di emendamenti ma con il dialogo”. Anche se con il Pdl le distanze restano su lotta alla corruzione e intercettazioni.
Da Roma Francesco Bongarrà
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