Conferenza di fine anno per il presidente del Consiglio, quest'anno un po' anomala considerando che l'esecutivo Gentiloni si è insediato da due settimane. Il presidente comunque rivendica con forza la continuità col precedente governo Renzi.
Pochi proclami e punti fermi per Gentiloni, neanche sul taglio dell'Irpef fa promesse, tantomeno sulla durata del suo governo: “Rimarremo finché avremo la fiducia del Parlamento”, precisa. Uno dei punti fermi riguarda la legge elettorale.
Nessuna proposta dal governo dunque, dovranno essere i partiti a dialogare.
Continuità col governo Renzi, fin troppa, è stato detto e scritto, Gentiloni dice di capire e accettare la critica, ma sul piano politico rivendica invece con forza proprio questa continuità.
Il risultato referendario non si cancella, assicura: Renzi si è dimesso, rispettiamo il suo gesto anche perché non era dovuto. Ma non si cancella nemmeno il lavoro fatto, come taglio delle tasse e recupero dell'evasione, “con le riforme non abbiamo scherzato, si va avanti”, promette. E ricorda che economia e lavoro sono in crescita "quasi 700mila posti di lavoro in più, di cui due terzi a tempo indeterminato".
Tre parole d'ordine adesso: lavoro, giovani e sud. Non perché poco si sia fatto fin qui, assicura, ma per la distanza tra gli sforzi fatti e i risultati da raggiungere. Promuove comunque il jobs act, mentre sui voucher “qualcosa andrà rivisto, anche se – conclude – non sono virus che diffondono il lavoro nero”.
Francesca Biliotti
Pochi proclami e punti fermi per Gentiloni, neanche sul taglio dell'Irpef fa promesse, tantomeno sulla durata del suo governo: “Rimarremo finché avremo la fiducia del Parlamento”, precisa. Uno dei punti fermi riguarda la legge elettorale.
Nessuna proposta dal governo dunque, dovranno essere i partiti a dialogare.
Continuità col governo Renzi, fin troppa, è stato detto e scritto, Gentiloni dice di capire e accettare la critica, ma sul piano politico rivendica invece con forza proprio questa continuità.
Il risultato referendario non si cancella, assicura: Renzi si è dimesso, rispettiamo il suo gesto anche perché non era dovuto. Ma non si cancella nemmeno il lavoro fatto, come taglio delle tasse e recupero dell'evasione, “con le riforme non abbiamo scherzato, si va avanti”, promette. E ricorda che economia e lavoro sono in crescita "quasi 700mila posti di lavoro in più, di cui due terzi a tempo indeterminato".
Tre parole d'ordine adesso: lavoro, giovani e sud. Non perché poco si sia fatto fin qui, assicura, ma per la distanza tra gli sforzi fatti e i risultati da raggiungere. Promuove comunque il jobs act, mentre sui voucher “qualcosa andrà rivisto, anche se – conclude – non sono virus che diffondono il lavoro nero”.
Francesca Biliotti
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