Gianfranco Fini esclude ribaltoni ma invita il Premier a essere più umile
E’ conto alla rovescia per conoscere la sorte del governo. Chiusa la Camera per l’intera settimana, con il Senato impegnato nelle ultime battute della discussione sulla legge di stabilità, l’attenzione è puntata su ciò che potrà accadere lunedì e martedì prossimi, quando Berlusconi si rivolgerà alle Camere per chiedere la fiducia. “Non credo ci saranno ribaltoni – ha detto il presidente della Camera nel corso di una lezione tenuta al liceo Orazio di Roma – ma le promesse non sono state mantenute. Se qualcuno fosse più umile - ha aggiunto - e pensasse di aver torto lui, invece di invocare sempre il complotto, le cose sarebbero state migliori”. E se il finiano Bocchino non esclude l’ipotesi di un Berlusconi-bis nel caso in cui il premier dovesse decidere di dimettersi prima del 14, dall’opposizione la risposta è nettamente negativa. “Sarebbe il quarto – ha osservato il segretario del Pd, Bersani - abbiamo già dato”. Per Di Pietro, la crisi di governo c’è ed è irreversibile, perciò “entro la primavera si deve andare al voto”. Il Premier intanto, determinato a non lasciare il testimone a quelli che ha definito “i maneggioni della vecchia politica” (un chiaro riferimento a Fini e Casini) smentisce seccamente le voci che lo vorrebbero dimissionario prima del 13 dicembre.
Silvia Pelliccioni
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