Giornata di calma apparente in Consiglio Grande e Generale
Non passa l’istanza sulla parità sessuale che affrontava il tema dell’omofobia e proponeva un dibattito anche sul riconoscimento delle coppie di fatto, a prescindere dal loro orientamento sessuale. Libera coscienza, aveva dichiarato la maggioranza, anche se il Segretario alla Sanità e alla pari opportunità, Mauro Chiaruzzi, non aveva mancato di sottolineare, illustrando l’Istanza, come San Marino sia un paese apertamente contrario a forme di intolleranza e dunque l’accoglimento avrebbe confermato, a suo parere, la convinzione della massima libertà di tutti gli individui, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale. A sostegno del Segretario, le parole di Vanessa Muratori, Sinistra Unita, di Giuseppe Morganti del Psd, ma l’aula sconfessa le loro aspettative. Solo 23 i voti raccolti, dunque l’Istanza viene respinta. Aveva manifestato parere contrario il fronte dell’opposizione, Pdcs in primis. “Nessuno ha intenzione di creare persecuzioni o barriere - spiega Loris Francini capogruppo Dc - ma riteniamo l’istanza non corretta formalmente”. Rifacendosi alle parole di Muratori, il capogruppo Dc manda a dire alla maggioranza: “Se questi temi sono oggetto del vostro programma, assumetevi la responsabilità e chiedetelo voi un dibattito, non utilizziamo la foglia di fico dell’istanza d’Arengo”. “Prima di un dibattito su questi temi – afferma Giovanni Lonfernini dei Democratici di Centro – si discuta di politiche sociali che diano priorità alla famiglia”.
Poco dopo è l’ordine del giorno del Consigliere Vanessa Muratori a chiedere allo stesso Governo di cui il suo partito fa parte di ritirare la delibera con la quale il Congresso di Stato la scorsa settimana ha incaricato l’Avvocatura dello Stato di ricorrere in appello contro la sentenza sugli arretrati dei precari della pubblica amministrazione messi in ruolo, ma i voti favorevoli sono solo 24 e il documento non passa.
Respinto anche l’ordine del giorno a firma del Consigliere dei Popolari, Romeo Morri, che avanzava richiesta analoga. Stessa sorte per quello delle opposizioni con il quale si chiedeva, in sostanza, una sorta di commissariamento della politica estera, imponendo la richiesta di un parere preventivo del Consiglio Grande e Generale su ogni atto che riguardasse il rapporto con l’Italia e quello con l’Unione Europea. 30 i voti contrari, 23 a favore.