Giornata contro la corruzione: ad aprire il dibattito in Consiglio è il discorso della Reggenza
La Giornata internazionale contro la corruzione è stata voluta dalle Nazioni Unite nel 2003, in occasione dell’apertura alla firma della convenzione contro la corruzione. Oggi la Reggenza ribadisce l’impegno alla firma che per San Marino è stato fissato da un ordine del giorno, approvato dal Consiglio Grande e Generale il 26 settembre scorso. La corruzione, sottolineano i Capi di Stato, attacca i fondamenti stessi dello Stato di diritto, portando i cittadini a perdere fiducia nelle proprie istituzioni. La fiducia, così come la concorrenza leale, costituisce la base per una economia sana. E’ per queste ragioni, ricorda la Reggenza, che nel 2010 San Marino ha aderito al Greco e vuole adeguare la normativa e la prassi interna agli standard internazionali. Non sarà un percorso semplice e breve per l’Amministrazione sammarinese, conclude la Reggenza, ma lo Stato saprà rivelarsi all’altezza dell’obbligo assunto in ambito internazionale. La trasparenza si fa non solo con le leggi ma anche con le buone pratiche. E il Consiglio Grande e Generale ricorda il percorso legislativo fatto, soffermandosi però su quanto resta da fare. Per la pubblica amministrazione il lavoro è più avanzato. Il Segretario agli Esteri sottolinea che, per la nuova normativa negli appalti pubblici resta solo da emanare il decreto. Così come sono già previste nella riforma della Pa le modalità di reclutamento del personale. Con la nomina del nuovo comandante della gendarmeria si vuole formare quel personale specializzati previsto da tutti gli accordi e le convenzioni sottoscritte dal nostro Paese. Tra le cose ancora da fare Valeria Ciavatta di Ap sottolinea che a San Marino, nel settore privato la corruzione non è reato, mentre Luca Santolini di Civico 10 ricorda che la legge sulle intercettazioni è ferma al palo perché manca il decreto attuativo. Maria Luisa Berti, per la lista Dc-Ns, invita a sottoscrivere al più presto la Convenzione Onu che si sofferma soprattutto sulla prevenzione del fenomeno corruttivo perché, rimarca, se non c’è la cultura della legalità ogni norma è inefficace. La politica, ribadisce Mirko Tommasoni del Psd, deve tornare nitidamente ad essere al servizio di tutti e non percepita come prassi corrotta o privilegio. Spaventa, aggiunge Denise Bronzetti, come il livello di consapevolezza della corruzione in territorio rimanga molto basso, mentre William Giardi dell’Upr parla di “timidi passi in avanti” ricordando che l’opposizione ricorre alle interpellanze per avere informazioni minime. Celebrazioni assolutamente inutili, commenta Matteo Zeppa di Rete. Questo, dice, è un Paese corrotto nella mentalità e nella prassi. Il socialista Paride Andreoli invita a recepire tutti gli strumenti internazionali previsti e ricorda che servono altri interventi legislativi di adeguamento. Francesca Michelotti di Sinistra Unita ripercorre gli ultimi 20 anni "trascorsi, dice, sotto la coltre di un benessere senza moralità. Adesso siamo alla resa dei conti". "Ma, commenta, è desolante vedere come i partiti si chiudano attorno ai loro personaggi coinvolti in inchieste accampando complotti". "Così, conclude, diventa beffarda e insincera anche questa celebrazione".
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