Giorno della Memoria: il messaggio della Reggenza che guarda anche ai drammi di oggi
La data simbolica del 27 gennaio, istituita nel 2005 dopo 50 anni dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, porta a chiedersi “come sia stato possibile - scrivono i Capitani Reggenti - non riuscire a porre argini” a quel progetto. L'indifferenza, la difficoltà e l'incapacità di “reagire alla negazione dell'altrui dignità”, prosegue il messaggio, hanno “contribuito all'affermazione delle barbarie”.
Ma ci furono anche persone coraggiose, ricordano i capi di Stato, che “seppero impegnarsi per offrire protezione ai perseguitati”. Il dovere di ogni generazione verso le successive è allora quello di “condividere le testimonianze dei sopravvissuti, coltivare la memoria della Shoah e il ricordo dei 'giusti'”. I valori e i principi di civiltà, sottolinea la Reggenza, “mai possono ritenersi acquisiti per sempre”. Mirco Tomassoni e Luca Santolini fanno quindi riferimento alle “recenti, tragiche vicende che vedono oggi l'Europa e il mondo intero reagire con indifferenza al dramma di tante vittime innocenti, tra cui anche bambini” che fuggono da povertà, guerra e persecuzione.
E' allora importante “condannare con fermezza ogni forma di discriminazione” e odio verso il diverso e il più debole e impegnarsi per formare una “coscienza critica”. Un impegno che deve essere più forte nei momenti di incertezza e paura, per non vivere il diverso come una minaccia.
mt
IL MESSAGGIO INTEGRALE DELLA REGGENZA