Giuseppe Morganti: "Parteciperemo in Ssd come Psd, se gli altri non vogliono andranno via loro"
I pomodori sono pronti per essere lanciati. Qualcuno della base democratica contraria all'alleanza con la Dc si sta preparando ad un sit in di contestazione con tanto di verdura. Ne avrà il coraggio? Pare sia stata avviata anche una raccolta firme, ma nessuno conferma. Con o senza pomodori la battaglia in via Rovellino entra nel vivo. C'erano facce scure all'incontro con SSD. Le posizioni restano lontane, non si è trovata una sintesi. “Non si può far altro che prendere atto della proposta del Psd, scelta legittima e compiuta in totale autonomia – dice Simone Celli, che rileva contraddizioni tra l'approccio unilaterale ed esclusivo con la Dc e l'esito degli incontri promosso da Ssd sul progetto della grande coalizione. “In quell'ambito – fa notare Celli - le convergenze programmatiche più importanti c'erano state con Repubblica Futura e Civico 10, che però ora vengono escluse dal confronto.” La posizione definitiva di Labdem arriverà nei prossimi giorni, ma già da ora non nasconde forti perplessità rispetto ad un' impostazione “che svilisce per l'ennesima volta – dice Celli - il ruolo della sinistra riformista”. Gli occhi sono ora tutti puntati sulla Direzione. Vladimiro Selva non torna sui suoi passi e conferma: “non c'è dubbio, rimaniamo in SSD”. Insomma, non ha alcuna intenzione di rompere con il progetto. “Ci sono stati un Congresso, un'assemblea congressuale, un percorso di due anni - spiega - non si può cancellare tutto con un unico voto di sole 24 persone di cui gran parte non si vedeva da anni”. Lo ribadisce Morganti: Sarà la lista unica a decidere con chi allearsi. Una cosa, però, lo ripete con forza: “non ci penso neanche ad uscire. Parteciperemo in Ssd col nome di Psd, ne sono membro autorevole. Se gli altri non vogliono andranno via loro perché quella è la linea del partito. Mi dimostrino il contrario.”
Premesse che suggeriscono un'ulteriore attesa: si sta consumando uno scontro che rischia di trascinarsi ancora per un po'.
Monica Fabbri
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