Giustizia. L'opposizione rilancia le accuse e chiede a governo e maggioranza di fermarsi
Il Magistrato dirigente, afferma l'ex presidente della Commissione giustizia Ugolini, ha rappresentato fatti gravissimi, una violazione dei principi di autonomia.
C'è un disegno, sottolinea tutta la minoranza, che pare teso a mettere in discussione l'ordine costituzionale.
E' più grave non convocare una commissione, chiede Ugolini alzando la voce, o è più grave fare pressioni sulla Magistratura?
Quando si mette in discussione un potere autonomo, aggiunge Cardelli, non è un colpo di stato?
C'erano i tempi per passaggi ordinari che avrebbero decantato la situazione e tranquillizzato l'opinione pubblica, rimarca Mancini.
E' soprattutto la fretta a non convincere l'opposizione.
Si sarebbe potuto inserire un comma nella seduta dei primi di dicembre: 10 giorni - dice Ciavatta - non cambiavano la storia del Paese e il Tribunale funziona aldilà della Commissione giustizia. Poi la fretta nel fare arrivare qualche minuto dopo la mezzanotte di domenica il verbale dei lavori della Commissione: mai successo, ribadisce tutta la minoranza.
Preoccupa anche la convocazione di un consiglio giudiziario plenario. L'unico referente della Commissione Giustizia, puntualizzano, è il Consiglio.
Coinvolgere i giudici in valutazioni che sono tutte politiche, dice l'opposizione, significherebbe investire la magistratura delle tensioni in atto con il rischio di una paralisi del tribunale.
Le accuse sono di forzature, di caccia alle streghe e di processi in Aula contro i giudici.
Su Capuano la maggioranza ha mentito sapendo di mentire, rilancia Ciavatta che racconta di un'altra mail in cui l'ex dg di Banca Centrale scagiona completamente la Magistratura. L'opposizione ha chiesto il verbale degli agenti che hanno fatto l'ispezione nell'appartamento occupato da Capuano.
Non è coperto da segreto, dicono, e prima o poi verrà fuori. Chi riceve notizia di fatti gravi deve avere in coscienza e per dovere istituzionale il coraggio di denunciare, afferma Denise Bronzetti.
Se arriveranno conseguenze penali, aggiunge, non intendiamo essere ritenuti corresponsabili. Vorremmo sapere, conclude, se i colleghi della maggioranza saranno altrettanto tranquilli quando si apriranno i fascicoli. E' arrivato il momento di fermarsi, dice Riccardi facendo appello alla responsabilità. Questa escalation non serve a nessuno.
Fermatevi, manda a dire a governo e maggioranza Pedini Amati: siamo qui in 25 e con estrazioni diverse; ci lega la volontà di tutelare la legge istituzionale che regola il nostro Stato.
Sonia Tura