Giustizia, scintille nella puntata di Palazzo Pubblico
Muro contro muro sul Pdl del Governo che ridisegna il Consiglio Giudiziario Plenario e che approderà con procedura d'urgenza in Consiglio la prossima settimana
Dopo le tensioni in Ufficio di Presidenza e a pochi giorni da un Consiglio che promette scintille, maggioranza ed opposizione tornano a scontrarsi sulla giustizia. A Palazzo Pubblico nuovo scambio di accuse sul progetto di legge che ridisegna il Consiglio Giudiziario Plenario e per cui è stata chiesta la procedura d'urgenza.
“Le norme che oggi proponiamo possono creare dibattito sul metodo – ammette il capogruppo della Dc Francesco Mussoni - ma siamo convinti che vadano a ripristinare un equilibrio che era stato violato”. E se c'è chi s'interroga sul metodo, Matteo Zeppa ricorda il recente incontro di tutta la maggioranza con i Segretari di Stato. “Ci siamo chiariti. I punti saldi della coalizione di Governo – dice - rimangono tali”. Per Repubblica Futura è però molto più di una forzatura. “Non c'è stato confronto – accusa Nicola Renzi - non solo con l'opposizione ma anche con la magistratura. Una legge come questa non sarebbe potuta andare in un Consiglio Giudiziario Plenario o Ordinario per discuterne e sentire le opinioni? Perché tanta fretta?” Muro contro muro anche sull'interpretazione autentica che – ricorda l'opposizione – è anche retroattiva. “Avrà ripercussioni sui processi in corso?” Per Mirko Dolcini il punto è “che se normative vanno modificate e interpretate nell'interesse della collettività deve essere fatto” mentre Denise Bronzetti, membro nella scorsa legislatura della Commissione Giustizia, ricorda “scontri, forzature, decisioni prese a colpi di maggioranza in Consiglio Giudiziario Plenario senza confronto negli organismi preposti. L'interpretazione autentica - dice - spetta per ruolo al Consiglio Grande e Generale. “Stiamo semplicemente cercando di ripristinare quelle che erano situazioni già previste per legge e che con alcune interpretazioni e attraverso ordini del giorno e regolamenti sono stati invece modificati in un organismo – il Consiglio Giudiziario Plenario – che non ha questa competenza e nemmeno questa autorità”. Preoccupato Giuseppe Morganti, che parla di deriva politica quando, invece, bisognerebbe lavorare insieme per riportare equilibrio e serenità in tribunale: “non si può eliminare un conflitto dando ragione ad un parte o all'altra. I conflitti si dirimono attraverso l'accordo fra le parti. Qui sta accadendo l'esatto contrario”. Esprime invece soddisfazione sulla presa d'atto dei due giudici d'appello, al primo punto del consiglio dopo le comunicazioni. Il loro giuramento davanti alla Reggenza è previsto giovedì. “Ci auguriamo che in quel lasso di tempo – dice – non cambi nulla”. Mussoni tira le fila e trova d'accordo Renzi: “prima la politica esce dal Consiglio Giudiziario e meglio è. È un impegno che dobbiamo prenderci tutti”. Sullo sfondo l'esigenza di una riforma complessiva dell'ordinamento giudiziario, in un clima di forte tensione non solo politica, ma anche nello stesso tribunale. Intanto, venerdì, verrà inaugurato l'anno giudiziario.