La maggioranza agli avvocati: grave il rifiuto nei confronti della Reggenza
Pieno rispetto per la magistratura ma altrettanta condivisione per gli indirizzi politici espressi dal Consiglio Grande e Generale, a cui l'Esecutivo risponde. È asciutta la replica del governo alla nota diffusa dall'ordine degli avvocati e notaiche si sono detti pronti ad entrare in stato di agitazione, per protestare contro atti della politica che evidenziassero ingerenze e pressioni sulla Magistratura. Il casus belli è rappresentato dagli interventi del Consiglio Grande e Generale sul Collegio Garante. La politica – ha tuonato l'assemblea dell'ordine - deve tenersi lontana da ogni ordine e grado della Magistratura e quindi anche del Collegio Garante, Giudice che vigila sull'organo legislativo e ne è il controllore di legalità. Le due prese di posizione dell'Aula sono il segno inequivocabile – per avvocati e notai - che l'affermazione dei principi di democrazia, quali l'indipendenza e la separazione dei poteri e degli organi che li incarnano, è un percorso ancora incompiuto, quanto meno nella coscienza dei più. L'Esecutivo sottolinea invece il lavoro, definito “proficuo” che la commissione giustizia sta facendo in termini di analisi delle problematiche che investono il settore giustizia. Come dire: siamo al lavoro con i fatti e non con le chiacchiere. Su questo si focalizza anche la replica della maggioranza che però definisce “preoccupante” l'accusa reiterata dal mondo forense al Consiglio, “reo” - scrive - di aver approvato all’unanimità un ordine del giorno in difesa del difficile percorso di trasparenza e collaborazione internazionale attuato dalla Repubblica negli ultimi anni. Infondata, si legge, l'accusa di aver travalicato i poteri spettanti all’organo legislativo andando ad interferire con quelli della magistratura. L'Aula ha invece rimarcato la necessità che tutti gli organi del nostro Paese continuino a garantire la piena conformità alle regole che gli organismi internazionali hanno varato per combattere il riciclaggio. E il compito di indicare la linea politica viene attribuito al Consiglio dalla Dichiarazione dei Diritti. L'articolo del codice penale, che si vorrebbe riformare – sottolinea la maggioranza - attua i disposti antiriciclaggio già definiti nel nostro ordinamento dal 2010 ed è orientato ad adeguare sempre meglio l’operatività del Tribunale per contrastare questi fenomeni. Il Consiglio, avendo lavorato sodo su questo fronte, intende difendere la posizione ed è più che lecito che quando questa rischia di essere compromessa, si esprima segnalando il pericolo che corre San Marino discostandosi dall’applicazione delle regole internazionali. Stupisce invece, conclude la nota, che l’assemblea degli avvocati non valuti la gravità di un atto di rifiuto nei confronti della Reggenza, mai verificatosi nella storia centenaria della Repubblica; atto che non considera la Reggenza organo di suprema tutela dell’autonomia dei poteri che mai si permetterebbe di interferire nelle decisioni del Collegio Garante.
Sonia Tura
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