Governo di Unità Nazionale: da approfondire o bocciare? Le opinioni in casa Dc

Sabato, forse, qualche nodo verrà al pettine.
Nella lunga giornata della Direzione, convocata dalle 9 di mattina fino al pomeriggio, la Dc parlerà di aspetti progettuali, anche alla luce del documento di critica firmato da Teodoro Lonfernini.
Quasi scontato il confronto a muso duro dopo le posizioni assunte a mezzo stampa. Proprio ieri il Segretario prendeva le distanze dal Governo di Unità Nazionale. “Negli organismi – ha puntualizzato Giancarlo Venturini – non se ne è mai parlato”. Un déjà vu.
La proposta, lanciata dal Consigliere Dc e rilanciata in Aula dal capogruppo del Psd, aveva generato contrasti anche in via Rovellino.
Il copione, dunque, si ripete. “Non ho mai creduto nei governi tecnici”, commenta il capogruppo Dc Alessandro Cardelli. A maggior ragione boccia, oggi, l'ipotesi dell'Unità Nazionale, soprattutto con un Governo che – ricorda - non rappresenta la maggioranza del paese.
Proposta da approfondire, invece, per Francesco Mussoni. Al di là delle formule – dice – vale la pena ragionare insieme su come affrontare la crisi. Si affaccia nel dibattito anche la modernizzazione del partito, della linea politica, “per consentire alla Dc – spiega - di proporre soluzioni che garantiscano la stabilità del sistema”. Mussoni si aspetta che il segretario trovi una sintesi, superando vecchie logiche.
“Lavoro per un partito più unito – dice - che affronti le tematiche senza far finta di niente”. Teodoro Lonfernini non si aspetta che la sua proposta venga accolta, gli è sufficiente che se ne parli. Ma non si accontenterà di un dibattito interno su una questione che riguarda tutto il paese. Spera in una Dc molto più dialogante, “che sia sempre la casa politica e non lo strumento politico”.
Una proposta che non fa i conti con la realtà, fa notare Pasquale Valentini. I governi di unità nazionale – spiega - nascono dopo che, tutti insieme, sono state riconosciute emergenze e priorità. Oggi non ci troviamo davanti ad una maggioranza in crisi ma che va avanti a testa bassa con un metodo di governo non condiviso dall'opposizione. Valentini vuole cogliere il messaggio come esigenza di condivisione.
Condivisione che diventa urgenza per il Partito Socialista, preoccupato dal pericoloso declino del paese. Invoca una svolta, sulla base di un progetto per una nuova San Marino, con il contributo di forze politiche che si ispirano a ideali e valori di progresso, riforma, modernità, e con il più largo consenso dei cittadini. Linea sulla quale – scrive - si ritrovano anche Movimento Democratico e Psd, e che spera possa essere condivisa anche da altri.

MF

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