Gruppo Brave: "Non schiacciamo l’acceleratore della ripresa dell’economia ad ogni costo"
Non solo economia. Il gruppo femminile Brave invita a riflettere sulle ripercussioni per la salute delle restrizioni in atto, in particolare sulle fasce più deboli della popolazione, fra cui gli anziani ai quali solitudine, isolamento, mancanza di movimento e di vicinanza degli affetti – fanno notare - potrebbero causare depressione fino alla precoce non autosufficienza. Chiedono, in sostanza, che lo Stato si assuma parte delle responsabilità e “una messa in sicurezza di tutta la cittadinanza che non comporti il sacrificio dei deboli, ma che raggiunga l’obiettivo attraverso l’utilizzo degli strumenti e delle conoscenze scientifiche disponibili”. Per il gruppo Brave, “l’obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione in sé ha poco senso: guanti e mascherine – rimarcano - sono introvabili, se utilizzati male sono dannosi, se non se ne spiega il valore e la necessità sono solo un costo aggiuntivo alle famiglie. Sarebbe utile fossero distribuiti alla cittadinanza dei kit – propongono - con i dispositivi di cui hanno bisogno in modo da garantire a tutti l’accesso a prodotti adeguati e di qualità”. Infine l'esortazione ai cittadini a far tesoro di questa esperienza e a non fare passi indietro su altre questioni come la lotta all’inquinamento ambientale e ai cambiamenti climatici: “Non schiacciamo l’acceleratore della ripresa dell’economia ad ogni costo, - concludono - se il costo è la devastazione del pianeta”.