“Riprendiamo il cammino esattamente là dove si era interrotto”. Così Augusto Casali, che ha accolto a braccia aperte i dimissionari del Psd e che ora vede concretamente all’orizzonte la possibilità di ricostituire il Partito Socialista. “Qui ci sono anche tre segretari dell’ex Pss – ha sottolineato – oltre a me, lo sono stati anche Antonio Volpinari e Maurizio Rattini. Sarà un caso, ma da quando abbiamo lasciato l’incarico, il nostro ex partito ha perso 6 consiglieri. Un fallimento di notevole portata sul quale la dirigenza dovrebbe seriamente interrogarsi”. “E continuare a sostenere – ha aggiunto Rattini – che ogni abbandono equivale ad un eccessivo personalismo della politica significa non voler guardare in faccia la realtà”. Anche Paolo Bollini, che da questo momento assume la carica di capogruppo, ha avuto parole dure: “L’unificazione ha accentuato problemi già esistenti nel Pss, il cui segretario non aveva la forza né la grinta per prendere decisioni di un certo tipo. Tutto era già deciso e prestabilito in altre sedi”. “La verità – ha continuato Casali – è che il Pss aveva un problema serio da risolvere, scoperchiato con l’ordine del giorno presentato nel 2002 dai consiglieri Bollini e Rossi. Non è stato risolto, e il problema si è trasferito nel Psd, e rischia di accollarselo anche la Dc”. Verso quali forze guarderà ora il costituito Gruppo socialista? Le porte sono aperte, i quattro consiglieri ribadiscono di essere forza di sinistra “ma oggi – secondo Casali – se la sinistra si presentasse al Governo sarebbe perdente perché al momento non è credibile”. “Saremo noi – ha concluso Volpinari – a portare avanti l’unificazione dei socialisti”.
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