Gruppo di coordinamento: forti critiche sulla gestione della crisi della Banca del Titano
Ogni sammarinese pagherà 500 euro a testa, per ripianare il buco della Banca del Titano. Romeo Morri, dei Popolari sammarinesi, va dritto al punto e giudica l’intervento deciso mediante decreto come una stupidaggine, “un precedente che fa paura”. Marco Gatti precisa che l’ammontare dell’intervento non è di 10.5 milioni di euro, più 3.5 milioni di credito d’imposta: a questa cifra va aggiunto anche un milione e mezzo per eventuali altri debiti e quindi il totale è di circa 15 milioni di euro. “Questo governo va avanti a testa bassa – commenta Pasquale Valentini – senza alcuna discontinuità rispetto al precedente e senza ascoltare i cittadini. Di fronte alle nostre richieste di chiarimenti, hanno eretto un muro”. I rappresentanti del Gruppo di coordinamento lamentano la mancata presentazione in Consiglio della relazione del commissario straordinario De Marchis, chiedono di sapere chi c’è dietro le società che hanno acquisito il controllo dell’istituto ed anche di vedere cosa c’è scritto nel contratto di accollo stipulato con la Banca del Titano. Secondo Loris Francini, inoltre, il commissario de Marchis è andato oltre i suoi compiti commissariali, perché le azioni conosciute mostrano una strategia volta alla liquidazione della banca. Marco Gatti ricorda che respingendo le iniziative parlamentari dell’opposizione – ordine del giorno e emendamenti al decreto – il Governo ha per così dire scelto di non fare tutto il possibile per poter recuperare la somma versata. Denaro – ricorda l’esponente di Noi Sammarinesi, Gabriele Gattei – che viene sottratto alle casse dello Stato e che poteva essere destinato con interventi a tutela delle fasce deboli e invece si fanno pagare anche le pomate agli anziani. Claudio Podeschi controreplica a Macina che aveva definito carta straccia le copie di certificati di credito per circa 100 milioni di dollari riconducibili alla Finbroker e copia di un libretto al portatore denominato Bingo, che sempre secondo l’esponente democristiano sarebbe riconducibile all’avvocato Alvaro Selva. Podeschi risponde affermando che la carta straccia non si custodisce nelle cassette di sicurezza. “Ci chiediamo – aggiunge – se Macina, che è una persona sulla cui onestà non dubitiamo, si stia rendendo conto di quello che qualcuno stra facendo alle sue spalle”. Podeschi giudica anche negativamente l’iniziativa del Governo di far ricadere sul Consiglio le responsabilità della gestione della vicenda Banca del Titano attraverso il decreto. Per Glauco Sansovini tutto quello che è successo induce a pensare male e si chiede, se una delle altre 11 banche o delle altre 45 finanziarie dovesse trovarsi in una situazione analoga, cosa succederà? Dovranno essere ancora i cittadini a pagare?
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