In Consiglio la relazione di Gatti sulla visita del FMI
Il Consiglio Grande e Generale riparte la prossima settimana dall'esame delle istanze d'arengo. Ieri sera la relazione del segretario alle Finanze Marco Gatti sulla visita del Fondo Monetario Internazionale. Slitta alla seduta di marzo il relativo dibattito.
Segue breve sintesi della relazione
In testa, per il segretario Gatti sta il dato politico: da un lato, l'ampia rappresentatività del nuovo esecutivo viene letta dal Fondo come “opportunità per ottenere il consenso rispetto alle riforme necessarie”; dall'altro, la convergenza registrata fra le raccomandazioni espresse dal Fondo e gli indirizzi già contenuti nel programma di Governo. Sistema bancario: per il Fondo, un sistema fragile, con eccesso di Npl e ridotta liquidità, fattori che riducono le condizioni di solidità delle banche. Il governo – dice Gatti – interverrà con strumenti di supporto”, ma alle banche chiede di adottare nuovi piani industriali per migliorare l'efficienza generale, in termini di liquidità, patrimonio, livelli di redditività. Per la gestione degli NPL, rilancia il confronto fra le parti per definire struttura e avvio del veicolo di sistema Stabilità della finanza pubblica: dal Fondo l'invito al consolidamento del bilancio, attraverso la riduzione dei contributi del settore pubblico e la ricapitalizzazione delle Banche. Per Gatti la strada è chiara: “riforme strutturali – dice – per dare competitività al sistema economico all'esterno, dando alle imprese strumenti di azione, nuove regole nel mercato del lavoro, riduzione sostanziale della burocrazia nel pubblico, ricordando come in questo senso già siano avviati in maniera proficua i primi confronti con le parti. Sul lato entrate, dal Fondo attenzione ad alcune misure proposte fra cui introduzione dell'IVA (salvaguardando però le piccole medie imprese del commercio e dell'artigianato), revisione degli incentivi IGR, favorire la sinergia pubblico-privato in un progetto di rilancio dell'offerta turistica, revisione del servizio di recupero crediti dello Stato Sul fronte uscite – dice Gatti – il Governo conferma la linea: riforma del sistema pensionistico; poi, riorganizzazione della PA per contenere costi e migliorare servizi. Ristrutturazione del debito, infine, “una necessità”: 360 milioni di debito legale – tutto interno, sottolinea - per una esposizione che il Fondo stima all'85% del PIL. Alla richiesta del Fondo di agire con urgenza – conclude Gatti – il Governo ha rappresentato la possibilità di riconvertire parte del debito, nonché per reperire nuova liquidità, ricorrendo a prestatori esterni, stante il confronto per garantire trasparenza e sostenibilità.