Incontro infuocato fra Csu e politica sul regime fiscale agevolato. Accordo in Aula: si interverrà in assestamento a settembre dopo condivisione
Il clima si scalda anche sul pacchetto crescita
In Aula torna l'attacco dell'opposizione al metodo, a seguito della presentazione di emendamenti all'ultimo minuto. Il dibattito sull'assestamento si chiude alle due di notte mentre, questa mattina, si apre la discussione dell'articolato. C'è un provvedimento, fra tutti, che anima la discussione: l'introduzione di un regime “agevolativo” per le piccole e medie imprese. Verrà testato per tre anni e vi potrà accedere chi ha un certo fatturato. L'emendamento è stato fortemente voluto da Civico10. Matteo Ciacci spiega che dei 29 milioni incassati dall'igr, 28 li pagano le 854 aziende con utile superiore ai 30.000 euro. "Le piccole imprese verseranno poco di più ma saranno serene". Si demanda entro il 31 luglio a decreto delegato.
Durissima la reazione della Csu che chiede – ottenendolo la sera stessa - un incontro urgente alla politica. Il sindacato usa parole forti con Giuliano Tamagnini su tutte le furie. Difende con veemenza l'equità fiscale e accusa governo e maggioranza di atteggiamento antidemocratico. Sotto attacco anche due articoli del pacchetto sviluppo: il “reddito di cittadinanza” agli ultra 50enni e le sovvenzioni per l'assunzione di residenti e cittadini sammarinesi, “come se fossero svantaggiati per essere avviati al lavoro”– dice il segretario della Csdl, che torna a criticare la legge sviluppo ricordando che dei 700 posti di lavoro in più, meno di 150 sono sammarinesi. La Csu chiede il ritiro di tutti e tre gli articoli incriminati.
In Aula, dunque, si arriva al famigerato regime agevolativo. Il clima si scalda. Eva Guidi chiarisce che non si tratta di un ritorno al forfettario ma semplificazioni amministrative e burocratiche i cui effetti verranno posti in essere nel 2020. L'opposizione fa proprie le rimostranze della Csu. “Questa è materia contrattuale che non può essere introdotta in finanziaria con un emendamento all'ultimo minuto – tuona Roberto Ciavatta. “Non siamo contrari a snellire la burocrazia, se ne può ragionare, ma non così”. Per Civico 10 Jader Tosi ricorda che tante micro aziende non hanno la possibilità di essere coerenti con le amministrazioni complesse. “E' ora di snellire – dice - per fare contribuire in modo più adeguato”. “Con la riforma tributaria – taglia corto Roberto Giorgetti - si incassa meno di prima”. Qui non si reintroduce il vecchio forfettario, si dettagliano paletti”. “La piccola attività ha gli stessi adempimenti della grande impresa” – aggiunge Alessandro Bevitori - “Vogliamo semplicemente andare incontro alle necessità delle piccole realtà. E sul decreto – assicura - ci sarà confronto”. Alessandro Mancini mette però in guardia: “Se siamo usciti dalla black list, uno degli elementi fondamentali fu proprio la riforma Igr e l'abolizione del forfettario”. “ Qui non c'è nessuna forfettizzazione, tutti dovranno presentare i conti” ribadisce Giuseppe Morganti. “Rendiamoci conto cosa significa parlare di sviluppo e posti di lavoro quando vogliamo affermare il primato della burocrazia rispetto a quello delle imprese. Questa proposta cerca di svincolare queste imprese da un regime oppressivo. Ed è riconosciuto dall'Unione Europea, esiste in Italia da diversi anni”. Per Dalibor Riccardi si tratta invece di blitz, di “spot elettorale”. Tony Margiotta, Iro Belluzzi e Stefano Canti ne chiedono il ritiro. “Un esponente del sindacato – ricorda il consigliere Dc - ha detto che siamo passati in un regime fascista. Forse è vero”. Per Federico Pedini Amati al posto di lavorare ad un testo unico in ambito fiscale, "si vuole dare qualche contentino agli amici di amici attraverso un decreto". Alla fine fra Maggioranza ed opposizione trovano l'accordo per un intervento normativo in assestamento a settembre condiviso con parti politiche, sociali ed economiche. I toni si accendono anche sul pacchetto crescita. Prevede la possibilità di accedere a credito d'imposta, agevolato e superammortamento per quelle aziende che effettuano investimenti sopra il milione di euro e che assumono più di dieci dipendenti sammarinesi. Aiuti che verranno definiti in una specifica convenzione. Così – attacca l'opposizione - si bypassano le categorie. Dito puntato anche contro la discrezionalità politica.